mercoledì 26 novembre 2014

Scusate se esisto: recensione del film con Paola Cortellesi e Raoul Bova



Ridere e far riflettere, riprendendo e mescolando tematiche già trattate ampiamente sia al cinema che alla televisione: Scusate se esisto pur con un ritmo altalenante fra rallentamenti ed accelerazioni è una commedia divertente e, nel complesso, abbastanza riuscita.  Il film è uscito nelle sale il 20 novembre 2014 e può contare su una Paola Cortellesi in piena forma ed un Raoul Bova che presta il corpo asciutto e muscoloso ad un personaggio forse un po' troppo sulle righe ma che alla fine risulta spalla ideale per la Cortellesi. 
La trama ordita da Riccardo Milani è disposta su due piani che si intrecciano più volte: accanto alla narrazione delle vicende di Serena Bruno (Paola Cortellesi), giovane architetto abbruzzese rientrato in Italia dopo anni di studio ed ottimi risultati raggiunti all'estero, ad un certo punto si aggiunge quella di Francesco, ristoratore divorziato dopo aver raggiunto la consapevolezza della propria omosessualità. Se il filone narrativo principale affonda le radici su basi solide, su tematiche su cui riflettere, quello secondario tratta con eccessiva comicità, sfociando nel macchiettismo, un tema che avrebbe meritato approccio differente come quello del rapporto fra un padre gay ed il proprio figlio.
Fra risate e gag effettivamente ben riuscite, nonostante la presenza di alcune divagazioni, il tema principale resta quello della difficoltà da parte delle donne di emergere in alcuni contesti lavorativi troppo maschilisti, accanto all'altro attore non protagonista della pellicola,  il complesso architettonico del Corviale, mega struttura dormitorio alle porte di Roma che fa parte di quei progetti mai completati e mal riusciti tipici degli anni '70 divenuti subito esempi di estremo degrado (le vele di Scampia a Napoli ne sono un altro triste esempio).

Se a parte del cast è affidato il ruolo di spalle comiche involontarie ( gli amanti di Francesco ed i famigliari abbruzzesi di Serena in particolare) e come tali son poco caratterizzate, più delineate sono le figure che appartengono al mondo dell'architettura, fra giovani sfruttati,  donne costrette a nascondere gravidanze o a recitare il ruolo di comprimari loro malgrado,  dipendenti obbligati per compiacere inconsciamente al proprio capo a recitare ruoli non loro (il gay che si  finge grande conquistatore di donne, il tifoso del Napoli che ogni mattina grida forza Juve, etc.).

La Cortellesi nel complesso piace, mentre Raoul Bova  nei panni del gay che cerca sul web amanti da incontrare non è del tutto credibile.
Oltre ai protagonisti, il cast può contare su una valida Lunetta Savino, nei panni della segretaria dell'architetto proprietario dello studio (Ennio Fantastichini), nonché su Cesare Bocci.  Fa un'apparizione anche Stefania Rocca, che del resto aveva recitato diretta da Milani con Ivan Cotroneo come autore anche nella serie tv Tutti pazzi per amore.


Giudizio complessivo: @@@ 1/2

lunedì 17 novembre 2014

Doraemon il film: recensione per piccoli cinefili


Doraemon, il gatto spaziale, ha accompagnato generazioni di bambini, in epoche profondamente differenti fra loro.  Quello uscito nelle sale cinematografiche italiane il 6 novembre 2014 è in realtà il TRENTACINQUESIMO lungometraggio che ha come protagonista Nobita Nobi ed il suo amico del XXII secolo Doraemon, il primo realizzato in 3D in una sorta di bignami cinematografico  della serie a cartoni animati.  A differenza degli altri lungometraggi, facilmente reperibili su youtube, nè più nè meno versione estesa delle classiche storyboard che han come protagonisti Nobita, Gian, Sueno e Shizuka,  "Stand by me " (questo il titolo originale del film) riassume in poco più di un'ora e mezzo la storia d'amicizia fra il fannullone Nobita e Doraemon, a partire dal primo incontro fino al momento dei saluti e dell'addio, con un finale abbastanza differente dall'anime, passando per tutti i ciuski più famosi, dal copter alla dokodemo porta, alla macchina del tempo.
Non sarà certamente un capolavoro, ma è il classico film che piace ai bambini, aiutato da una buona grafica, non particolarmente esasperata, adatta al target di pubblico e facilitata dalla morbidezza dei tratti originali dei personaggi creati dal duo Fujiko Fujio (gli stessi autori di un altro cult per i bambini italiani degli anni '80: Carletto il principe dei mostri).   

Per l'adulto, al di là del tuffo nel passato (chi ha figli piccoli in buona parte ha conosciuto Doraemon nella versione televisiva negli anni '80 e l'ha riscoperto in questi anni), è interessante notare come i registi abbiano voluto conservare l'orizzonte temporale della serie originale, basata su un manga scritto a fine anni '60 e comunque ambientato a fine anni '70.  I bimbi del film giocano ancora per strada, i telefoni sono a gettoni e non c'è traccia di computer o telefonini.  Parimenti alla serie originale,  gli anni 2000 visitati dal giovane protagonista sono forieri di un futuro ultratecnologico, comune a tante serie animate e non degli anni '60-'70 per le quali gli anni 2000 sarebbero stati ultra-futuristici e fantascientifici, con automobili volanti e comunicazioni senza fili. 

Il giudizio dell'adulto in questo caso lascia spazio a quanto notato in sala: bambini di diverse età silenziosamente presi e compresi nel seguire la storia dei loro beniamini vintage. 
Giudizio per piccoli cinefili: @@@@   (per adulti: @@1/2) .

nota bene

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge nr. 62 del 7/03/2001.
L'autore dichiara inoltre di non essere responsabile dei commenti inseriti nei post, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Le immagini ed i video presenti nel blog provengono dal web e quindi valutate di dominio pubblico. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione o per qualsiasi violazione di copyright, non avranno che da segnalarlo e l'autore provvederà alla rimozione immediata.