martedì 13 novembre 2012

Argo: recensione e trama del film di e con Ben Affleck



Teheran, 4 novembre 1979: in piena rivoluzione centinaia di militanti fanno irruzione nell'ambasciata americana, prendendo in ostaggio cinquanta dignitari e dipendenti americani mentre sei riescono a fuggire ed a rifugiarsi negli appartamenti dell'ambasciatore canadese. Sarà compito della CIA e degli Esteri trovare il modo per far uscire da un paese infuocato i sei cittadini americani prima che vengano scoperti ed impiccati pubblicamente.
Basato su una emozionante storia vera, declassificata da top secret solamente da Bill Clinton nella seconda metà degli anni '90, Argo  è un mix fra pellicola drammatica e thriller, con non pochi aspetti documentaristici.  Ben Affleck, nuovamente dietro la macchina da presa a due anni da The Town, pesca abbondantemente dai documenti della CIA e dalle immagini storiche dell'epoca, ricostruendo alla perfezione le istantanee di un'epoca e facendo sì che la trama del film possa snodarsi attraverso i solchi lasciati dalla storia vera.
Il risultato è un film ben costruito, un thriller che gioca sugli stati emozionali dei protagonisti e degli spettatori stessi, rallentando il ritmo della narrazione solo raramente e facendo sì che chi guarda possa restare incollato alla sedia per due ore senza quasi accorgersene.
Più leggero nella prima ora di proiezione, quando vengono trattate tematiche che permettono ad Affleck di ironizzare sia sull'industria cinematografica - emblematica la frase fatta pronunciare a John Chambers/John Goodman -
Quindi tu vuoi venire a Hollywood, far finta che stai lavorando ad un progetto grandioso  senza realizzarlo veramente, giusto?Allora hai scelto il posto giusto!”
sia sui servizi americani, incapaci all'inizio di collaborare fra loro. 
Pian piano che il fulcro della narrazione si sposta in Iran il pathos aumenta e protagonisti diventano i sei cittadini americani, l'ambasciatore canadese e sua moglie, la giovane cameriera iraniana, in un contesto di fine anni '70 ricostruito alla perfezione nelle ambientazioni, nella scelta dei colori e degli abbigliamenti dei protagonisti.

Bravo Affleck nel doppio ruolo di regista e protagonista, maturo come regista ed ottimo come Tony Mendez.  Piace John Goodman nei panni di John Chambers mentre è ottimo Alan Arkin nei panni di Lester Siegel, anziano produttore che vive di glorie antiche.   Recitano bene nei panni dei sei americani  Tate Donovan, Clea DuVall, Scott McNairy, Rory Cochrane, Christopher Denham e Kerry Bishé, riportati perfettamente da truccatori e costumisti nel 1979, fra baffoni folti, barbe e occhialoni vintage.
Nel cast figura anche Victor Garber nel ruolo dell'ambasciatore canadese. 

Giudizio complessivo: @@@@@
Di seguito è descritta parte della trama
Il 4 novembre 1979 l'ambasciata americana di Teheran è assediata ed attaccata dai rivoluzionari iraniani: inizia il calvario per i cinquantasei dipendenti cittadini americani. Sei di questi, impiegati dell'ufficio aperto al pubblico per il rilascio dei visti, scelgono di fuggire ed uscire dall'ambasciata nel momento stesso in cui aiutano gli iraniani presenti ad allontanarsi per evitare ritorsioni. Riusciranno a rifugiarsi negli appartamenti dell'ambasciatore canadese.  Negli States dopo alcune settimane di stallo si decide di intervenire per salvare i sei prima che vengano scoperti - centinaia di bambini stanno infatti lavorando in capannoni per riassemblare i documenti dell'ambasciata distrutti in modo tale da individuare foto e mansioni di tutti i dipendenti. Per l'occasione è chiamato come consulente Tony Mendez, un "exfiltratore", ovvero un esperto di "exfiltration", le operazioni di allontanamento immediato di personale alleato da un lugoo quando questo sia diventato estremamente pericoloso. L'esperto di coperture, all'ascoltare i piani messi in atto dagli Esteri (spacciare i sei per docenti di una scuola per stranieri chiusa da otto mesi oppure farli fuggire in bicicletta per 300 miglia nel freddo inverno iraniano) mette a punto un piano tanto assurdo da risultare "il migliore dei cattivi piani" in possesso degli States:  produrre un falso film e far uscire i sei come operatori dell'industria cinematografica, alla luce del giorno, dall'aeroporto principale della città.  All'inizio sembrerà più complesso convincere chi vive in una Hollywood malconcia come all'epoca lo era la celebre scritta sulla collina, piuttosto che i dirigenti dell'Intelligence e la Casa Bianca.

sabato 3 novembre 2012

007 Skyfall: recensione del film con Daniel Craig, Judi Dench e Javier Bardem


A cinquanta anni di distanza dalla prima pellicola, James Bond torna nelle sale cinematografiche con 007 Skyfall, ad interpretarlo è per la terza volta Daniel Craig.
Non deve pertanto stupire che, in occasione di un anniversario così importante, il film sia di qualità superiore rispetto alla media e che sia il tema del pensionamento collegato a quello della resurrezione (non solo professionale) del protagonista  e del necessario rinnovamento ad essere il vero protagonista. 
Il James Bond di Craig, diretto da Sam Mendes, è infatti uno 007 stanco e provato, tentato di sparire definitivamente dalla scena per godersi una meritata pensione.
 Allo stesso modo la M di Judi Dench (magistrale ancora una volta) lotta con fierezza per ottenere l'obiettivo di lasciare l'MI6 in condizioni migliori rispetto al suo arrivo, sette pellicole fa cinematograficamente parlando, nonostante l'agenzia sia sotto attacco da parte di uno spietato nemico.
Pensione e risurrezione, giovani ed anziani, il filo conduttore dell'intera trama è quello del confronto generazionale, fra i giovani convinti di essere in grado di pensionare i propri predecessori e "vecchietti" pronti a dimostrare di essere ancora adatti al ruolo ricoperto.
Il prologo rientra nei clichè tipici dello spy movie, con una spia che fugge dopo aver rubato dati sensibili e gli agenti "buoni" che si lanciano in un inseguimento spettacolare, fra corse in moto sui tetti del bazar di Istanbul e lotte per la sopravvivenza su un treno in corsa. Il tema del conflitto generazionale è predominante fino all'entrata in scena dell'antagonista di Bond, allorquando allo scontro fra nuovi e vecchi agenti dell' MI6 si sostituisce quello fra l'agente buono, legato alla patria al punto da sacrificare se stesso e l'ex agente maledetto, ritenuto morto da anni e pronto a vendicarsi non tanto dell' MI6 intero quanto di M, vista dal deviato Raoul Silva come una madre che ha tradito il proprio figlio prediletto, piuttosto che come un capo che deve essere pronto a sacrificare un singolo agente, anche lo stesso Bond, per il bene della nazione. 

Se Daniel Craig è impeccabile nel ruolo di un James Bond redivo, quasi risorto dalla morte per tornare a servizio di Sua Maestà,  Javier Bardem offre uno dei migliori antagonisti della spia più amata e nota al mondo, un anti-Bond che agli inseguimenti preferisce gli attacchi attraverso computer e cyberspazio, un "cattivissimo" quasi da fumetto, che a molti ha ricordato un po' il Joker di Heat Ledger.
Per sconfiggerlo, Bond dovrà tornare indietro nel tempo, fino a skyfall, la tenuta di famiglia all'interno della quale il giovane James si rifugiò per giorni alla notizia della morte dei propri genitori. Per i cinquant'anni del mito c'è infatti spazio anche per una bella dose di introspezione psicologica, fatta di richiami al passato ed alla genesi stessa del personaggio.
Trattandosi di una pellicola celebrativa, 007 Skyfall è ricca di citazioni cinematografiche, a partire da quelle dedicate a James Bond stesso. La più apprezzata dai fan è sicuramente la presenza della storica Aston Martin DB5 targata BMT 21A6, già protagonista di alcuni film di 007 negli anni'60 (Goldfinger su tutti), quando James Bond era Sean Connery, o viceversa, macchina che con le mitragliatrici nascoste sotto le luci di posizione e gli uncini che fuoriuscivano dai lati, che contribuì non poco alla nascita del "mito cinematografico" di James Bond.  Per quanto riguarda le altre citazioni, sarà compito dello spettatore scoprire sia quelle palesi che quelle più velate. 

Fra i ritorni apprezzati dai fan della spia con licenza di uccidere sicuramente quello di Q, nuovo, giovane ed un bel po' nerd e di Miss Moneypenny, la segretaria di M, a dieci anni di distanza dall'ultima apparizione, interpretata adesso da Naomie Harris.



Giudizio complessivo: @@@@@
La trama completa di 007 Skyfall è disponibile su wikipedia. 

nota bene

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