venerdì 21 settembre 2012

The Bourne Legacy: recensione del film




The Bourne Legacy ha la pretesa di essere un film idealmente legato alla figura di Jason Bourne, pur nella scelta di non far apparire mai la celebre spia impersonata da Matta Damon se non in fotografia. Proprio per distanziarsi dalle pellicole dirette da Paul Greengrass, Tony Gilroy, che dei capitoli precedenti era stato sceneggiatore, sceglie di dedicare i primi minuti ad inquadrare la trama in un contesto parallelo anche se strettamente collegato a quello in cui si era mosso Jason Bourne in precedenza.
Ne consegue che i primi minuti scorrano lenti, fra meravigliose immagini dell'Alaska e discussioni più o meno segrete all'interno di uffici federali, fra prelievi di sangue e pasticche colorate per la manipolazione del comportamento e delle prestazioni che ricordano altre pellicole del genere (limitless ad esempio), con il fantasma di Jason Bourne che appare e scompare nelle parole dei protagonisti e nella mente degli spettatori, contribuendo a creare un continuo confronto fra i primi episodi della saga Bourne e questo, il primo senza Paul Greengrass e Matt Damon.  Pian piano però il film che all'inizio sembra quasi corale e con una trama fin troppo spezzettata inizia a seguire un'unica direzione, quella focalizzata sulla figura dell'agente Aaron Cross (Jeremy Renner), unico sopravvissuto alla "chiusura" del programma, e quel che ne segue è un  film d'azione a tratti avvincente con inseguimenti e sparatorie.

Nonostante una bellissima fotografia, con ambientazioni spettacolari che spaziano dall'Alaska ad arcipelaghi sperduti delle Filippine, il film non convince del tutto anche a causa di una trama che appare in più punti rabberciata. In particolare la dipendenza di Aaron Cross e compagni dalle pilloline blu e verdi è debole come spunto narrativo, sia perchè si tratta di qualcosa di già visto (la pillola che incrementa le prestazioni, quella che rende più intelligenti) sia soprattutto perchè nel momento in cui non serve più alla narrazione viene eliminata con una semplice siringa.

Edward Norton è credibile nel ruolo di Eric Byer, capo di un'agenzia all'interno dell'Agenzia ma scollegata dalla CIA al punto da agire contro le regole ancor prima che al di sopra delle regole. E' forse questo il personaggio meglio delineato, ancor più del protagonista e dell'altra co-protagonista, la  Marta Shearing interpretata da Rachel Weisz.

La pellicola nel suo complesso non dispiace.
Giudizio complessivo @@@








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