martedì 8 novembre 2011

La peggior settimana della mia vita: recensione del film con Fabio de Luigi, Cristiana Capotondi e Alessandro Siani

La peggior settimana della mia vita, primo film da regista di Alessandro Genovesi, è una leggera e divertente commedia incentrata sulla settimana precedente il matrimonio del protagonista Paolo, interpretato da Fabio de Luigi, durante la quale una serie di eventi tragicomici rischia di trasformare quella che dovrebbe essere, almeno secondo gli auspici iniziali, la migliore settimana della propria vita, in una serie di giornate da incubo
L'ansia di risultare simpatico e valido agli occhi dei futuri suoceri ed una serie di imprevisti faranno sì che il futuro sposo venga a ritrovarsi in un susseguirsi di incresciose ed inverosimili situazioni, da cui non sarà semplice uscire se non risultando sempre più improbabile come genero agli occhi dei genitori della sposa. In questo La peggior settimana della mia vita richiama un po', senza uguale originalità e con le dovute proporzioni legate alla caratura degli attori, ti presento i miei anche se la "fonte principale" di ispirazione è la sitcom statunitense La Peggior settimana della mia vita andata in onda anche in Italia nel corso del 2009, a sua volta tratta dalla sitcom britannica The Worst week of my life.
 Ritenendo che film come questi abbiano come unico scopo quello di costituire un breve intervallo dallo stress quotidiano, senza alcuna reale pretesa di rappresentare spaccati di scena vissuta o idee e pensieri, va scritto che in tal senso la pellicola raggiunge pienamente il proprio obiettivo, dato che in sala si ride di gusto in più di un'occasione e che la trama, pur rabberciata in più punti, non presenta pause noiose durante la proiezione. 
Se infatti alcune scene sono fra di loro scollegate, ridotte a pure e semplici gag coadiuvate anche dal fatto che il procedere degli eventi sia diviso per giorni ed intervallato dall'indicazione temporale, all'interno dei singoli spezzoni di pellicola le vicende dei protagonisti scorrono abbastanza fluide e c'è qualche spunto comico originale. 
Alessandro Siani, preso in misura contenuta come in questo caso, non dispiace nè sembra eccessivo nella ricerca della risata causata dall'esasperazione verbale del proprio dialetto partenopeo anche se in più di un'occasione sembra scimmiottare senza successo l'indimenticato ed imparagonabile Massimo Troisi.
Come spesso accade per i film di questo genere, un notevole aspetto negativo sta nella troppo poco occulta pubblicità che obbliga sceneggiatori e regista a creare quelle condizioni tali da mettere in risalto questo o quel marchio, realizzando scene che ben poco hanno a che fare con la trama, obbligando i protagonisti a entrare in qualche negozio per oscuri motivi o ad aprire il frigorifero senza alcun perchè che non sia quello di far apparire un determinato prodotto o marchio: nessuno è contrario alla pubblicità nei film purchè sia al servizio della trama e non viceversa...
Il film, a parte le scene asservite alle pubblicità, ruota intorno al protagonista principale e pertanto risente degli alti e bassi dovuti alla recitazione di Fabio de Luigi, spesso divertente, talvolta un po' troppo ripetitivo in mimica e modi di esprimersi divenuti un po' troppo dei "classici" a loro modo del suo recitare, a prescindere dal ruolo interpretato. 

Buona nel complesso la performance di Fabio de Luigi, mentre Cristiana Capotondi si limita ad essere una spalla quasi trasparente, nè comica nè capace di offrire spunti di riflessione. Divertente a tratti Alessandro Siani, che in questo film ha un ruolo marginale.
Se le performance di Monica Guerritore - la mamma della sposa - ed Antonio Catani - il padre- non convincono in pieno, divertente è la nonna interpretata da Gisella Sofio e spassose sono le apparizioni di Andrea Mingardi e Rosalba Pippa in arte Arisa, che nella loro breve apparizione si concedono anche un duetto canoro.
Giudizio complessivo: @@@

La trama è già stata pubblicata in un altro post, insieme a contenuti speciali aggiuntivi

3 commenti:

Cannibal Kid ha detto...

sembra magari non eccezionale, ma passabile...

ilbibliofilo ha detto...

tra le fonti ispiratrici non dimentichiamo la scena del ristorante giapponese in FANTOZZI (il cagnolino della Silvani anticipa il cane Ettore finito nella betoniera)
ho apprezzato la performance di Andrea Mingardi e di Arisa, che ha scontato i suoi numerosi peccati cantando (bene) la VERA "ma l'amore no"

Audrey ha detto...

Lo andrò a vedere! Grazie per la recensione, a presto!

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