martedì 29 novembre 2011

Lavazza cerca nuovi talenti per realizzare un corto d'animazione

Chi scrive apprezza sempre le nuove forme di comunicazione e marketing, in particolar modo quando le agenzie scelgono come canali privilegiati i blog maggiormente in tema con il messaggio da veicolare. 
In tal senso la scelta da parte di Lavazza, marchio su cui è inutile a causa dell'eccessiva fama aggiungere anche una sola parola di commento, di coinvolgere appassionati di cinema e scrittura nella realizzazione di un corto d'animazione per lanciare Favola, nuovo sistema espresso di Lavazza a modo mio, sembra essere al contempo interessante ed intrigrante.  Segue un breve comunicato stampa.

Vuoi scrivere il soggetto per un corto d’animazione e partecipare alla sua produzione? 
Dal 28 novembre 2011 al 28 febbraio 2012 Lavazza dedica agli storyteller un’iniziativa per scoprire nuovi talenti della penna e della creatività. Lavazza da anni è alla ricerca di nuovi talenti in vari campi artistici. Quest’anno ha avuto particolare successo l’iniziativa di photoscouting 20Calendars (http://20calendars.lavazza.com/ ) per celebrare i 20 anni del calendario Lavazza, che ha permesso a tre talenti scoperti online di esporre accanto ai grandi nomi della fotografia internazionale nella mostra “Con te partirò” alla Triennale di Milano. Questa è la volta degli storyteller: gli appassionati di cinema e scrittura potranno inviare il loro soggetto in massimo 150 parole per narrare una storia del mondo di Favola, il nuovo sistema espresso di Lavazza A Modo Mio. L’autore della storia selezionata dalla giuria di qualità di Lavazza sarà invitato a partecipare alla sua realizzazione in collaborazione con lo studio Maga Animation e in più riceverà una Favola. Per prendere parte al talent scouting di Favola è necessario inviare la propria storia di 150 parole sul sito http://www.lavazzamodomio.it/ 
È possibile mandare più di una storia e si può scegliere di ispirarsi ai personaggi descritti nella pagina dedicata al talent o di inventarne nuovi. Brevità, leggerezza, originalità e poesia sono le caratteristiche fondamentali in base alle quali verranno valutate le storie!

martedì 8 novembre 2011

La peggior settimana della mia vita: recensione del film con Fabio de Luigi, Cristiana Capotondi e Alessandro Siani

La peggior settimana della mia vita, primo film da regista di Alessandro Genovesi, è una leggera e divertente commedia incentrata sulla settimana precedente il matrimonio del protagonista Paolo, interpretato da Fabio de Luigi, durante la quale una serie di eventi tragicomici rischia di trasformare quella che dovrebbe essere, almeno secondo gli auspici iniziali, la migliore settimana della propria vita, in una serie di giornate da incubo
L'ansia di risultare simpatico e valido agli occhi dei futuri suoceri ed una serie di imprevisti faranno sì che il futuro sposo venga a ritrovarsi in un susseguirsi di incresciose ed inverosimili situazioni, da cui non sarà semplice uscire se non risultando sempre più improbabile come genero agli occhi dei genitori della sposa. In questo La peggior settimana della mia vita richiama un po', senza uguale originalità e con le dovute proporzioni legate alla caratura degli attori, ti presento i miei anche se la "fonte principale" di ispirazione è la sitcom statunitense La Peggior settimana della mia vita andata in onda anche in Italia nel corso del 2009, a sua volta tratta dalla sitcom britannica The Worst week of my life.
 Ritenendo che film come questi abbiano come unico scopo quello di costituire un breve intervallo dallo stress quotidiano, senza alcuna reale pretesa di rappresentare spaccati di scena vissuta o idee e pensieri, va scritto che in tal senso la pellicola raggiunge pienamente il proprio obiettivo, dato che in sala si ride di gusto in più di un'occasione e che la trama, pur rabberciata in più punti, non presenta pause noiose durante la proiezione. 
Se infatti alcune scene sono fra di loro scollegate, ridotte a pure e semplici gag coadiuvate anche dal fatto che il procedere degli eventi sia diviso per giorni ed intervallato dall'indicazione temporale, all'interno dei singoli spezzoni di pellicola le vicende dei protagonisti scorrono abbastanza fluide e c'è qualche spunto comico originale. 
Alessandro Siani, preso in misura contenuta come in questo caso, non dispiace nè sembra eccessivo nella ricerca della risata causata dall'esasperazione verbale del proprio dialetto partenopeo anche se in più di un'occasione sembra scimmiottare senza successo l'indimenticato ed imparagonabile Massimo Troisi.
Come spesso accade per i film di questo genere, un notevole aspetto negativo sta nella troppo poco occulta pubblicità che obbliga sceneggiatori e regista a creare quelle condizioni tali da mettere in risalto questo o quel marchio, realizzando scene che ben poco hanno a che fare con la trama, obbligando i protagonisti a entrare in qualche negozio per oscuri motivi o ad aprire il frigorifero senza alcun perchè che non sia quello di far apparire un determinato prodotto o marchio: nessuno è contrario alla pubblicità nei film purchè sia al servizio della trama e non viceversa...
Il film, a parte le scene asservite alle pubblicità, ruota intorno al protagonista principale e pertanto risente degli alti e bassi dovuti alla recitazione di Fabio de Luigi, spesso divertente, talvolta un po' troppo ripetitivo in mimica e modi di esprimersi divenuti un po' troppo dei "classici" a loro modo del suo recitare, a prescindere dal ruolo interpretato. 

Buona nel complesso la performance di Fabio de Luigi, mentre Cristiana Capotondi si limita ad essere una spalla quasi trasparente, nè comica nè capace di offrire spunti di riflessione. Divertente a tratti Alessandro Siani, che in questo film ha un ruolo marginale.
Se le performance di Monica Guerritore - la mamma della sposa - ed Antonio Catani - il padre- non convincono in pieno, divertente è la nonna interpretata da Gisella Sofio e spassose sono le apparizioni di Andrea Mingardi e Rosalba Pippa in arte Arisa, che nella loro breve apparizione si concedono anche un duetto canoro.
Giudizio complessivo: @@@

La trama è già stata pubblicata in un altro post, insieme a contenuti speciali aggiuntivi

lunedì 7 novembre 2011

La Kryptonite nella borsa: recensione del film di Ivan Cotroneo con Valeria Golino, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti, Libero de Rienzo

Ricevo e volentieri pubblico  Io la recensione del film La Kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo con Valeria Golino, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti, Libero de Rienzo, scritta da Daniela Persico di Incontrollabilmente Io. Lo stile della blogger napoletana è sicuramente differente da quello del sottoscritto, il che conferisce a questa recensione, come alle altre sue pubblicate in passato su questo blog, grande originalità.  Trattandosi di una pellicola che celebra Napoli, questa recensione verrà pubblicata anche su www.laboratorionapoletano.com

La kryptonite nella borse è un film delizioso.
Potrei anche smettere qui, perché parlare di certe cose - anche analizzandole, anche sottolineandole nei più sottili passaggi, anche cogliendone le più giuste e profonde sfumature -, alle volte, fa correre il rischio di banalizzarle.

Perché le "cose" carine, lievi e dolci sono tali perché sono tali; sono tali in quanto semplici.
E da semplici andrebbero prese, senza tanta liturgia.
Ma non resisto, ovviamente. Perché sono io, intanto.
Ma anche perché questo film voglio celebrarlo, perché celebra quello che ho di più caro al mondo:  Napoli e l'idea migliore della napoletanietà.

Voglio celebrarlo, anche e soprattutto, per fare un piccolo ma sentitissimo omaggio a quello che, a mio parere, è un genio misconosciuto alle masse (non all'intellighenzia, fortunatamente): Ivan Cotroneo.
Ivan Cotroneo è il regista, lo sceneggiatore del film.
Cotroneo è il sorriso, la fragilità, la forza, che si nasconde dietro ogni protagonista, ma è anche l'autore del libro da cui è stato tratto questo piccolo, delicato, romanticissimo film, che, come programaticamente si afferma, è una storia d'amore.

Bisogna però intendersi su cosa s'intenda per amore.

Cotroneo, e tutti i folli savi, lo intende bacchicamente, come sentimento onnicomprensivo, come moto dell'animo costante, come occhio sempre aperto che sottolinea e gode della bellezza, ovunque la incontri, in una persona, in un luogo, in un oggetto, in una situazione.

E così, quello che questo piccolo prezioso film resistituisce allo spettatore è sì, la storia di un piccolo ed imberbe Ulysses perso nella napoletanità dei primi anni settanta; sono sì le sue romantiche peregrinazioni ai bordi del collasso del suo mondo (la crisi del rapporto dei suoi genitori, la depressione della madre, la perdita dell'amato cugino che crede di essere Superman, l'incapacità di affrontare quelli più cattivi, o semplicemente più stupidi, di lui).
Ma, anche e soprattutto, La kryptonite nella borsa regala un amore pindarico ed onnicomprensivo per Napoli, città emblematica di tanto, come sempre.

Napoli è, per Ivan Cotroneo che ci è nato sul finire degli anni sessanta, madre - una sorta di quarta madre -, ispirazione, donna da corteggiare (meravigliosa dopo una pletora di piccoli deliziosi dettagli la transvolata notturna sulle suggestive note di Life on Mars, immarcescibile canzone del Duca Bianco, indubbia dichiarazione d'amore alla città che pure ha abbondonato in gioventù), consolazione, monito e perfino estrema censura.

La povertà cui sa costringere alcuni dei suoi figli, infatti, è punizione e compatimento, sembra dirci Cotroneo.


E così, potrei dire del cast particolarissimo che va da una perfetta Golino, malinconica e dolente, ad un'ineffabile Anita Caprioli, nel ruolo di una napoletanissima Madre celeste, rassegnata alle esosità di noi altri umani, alla sempre brava De Cicco (attrice, anch'essa non valorizzata come dovrebbe, pur vantando partecipazioni in film autoriali di alto livello), al misurato e affascinante Gifuni, al dolce "bastardo incosciente" Zingaretti, che fa della propria inadeugatezza riscatto, dopo l'uccisione di tre pulcini e grazie ad un'insalata.

E ancora potrei ricordare "i ragazzi del mistero" Capotondi e De Rienzo bellissimi, divertentissimi, ma l'uno per l'altra, come ogni fratello dovrebbe essere.
E soprattutto sottolineare la bravura del giovanissimo Nemolato, SuperMan per amore,
 Cotroneo per vocazione (un po' come accade nei film di Allen in cui la parte idealmente sua è interpretata da altri attori, Nemolato finisce perfino per somigliare fisicamente ad Ivan Cotroneo).

Efficacissimo nelle sue apparizioni, incredibile nell'imperdibile monologo finale.

Oppure potrei sottolineare quella che forse, inaspettatamente, è stata la scena migliore: un uomo, Massimiliano Gallo, che in ppp strettissimo, parla sulle scale di un palazzo popolare alle soglie di quello che se non stesse, per l'appunto su delle scale, sarebbe decisamente un vascio, o meglio ancora la perfetta resa visiva della casa paterna di Filomena Marturano.
Due stanze (i nostri appartamenti) in cui abitano padri, figli, madri, fratelli in generazioni trasversali, di letti sempre disfatti, in quanto unici mobili.

L'emblema di una napoletanità povera che non è mai povera napoletanità.

O forse che non lo era.

Un uomo che dall'alto di un'evidente differente situazione socio-culturale-censuale, in quel "vascio" ci entra per prendere e portare via la donna della vita, quella che cercava l'uomo ricco, ma che, alla fine, arrossisce e gode solo del suo ricco amore.

E perché, come direbbe, Rosaria, intrappolata più che nel tradimento patito, nella propria differente sensibilità, non possiamo essere tutti felici così?

Io sono un'enfatica, lo so, credo nelle cose che amo, pure questo è vero. 


Eppure vi prego, e lo faccio con tutto il cuore, di vedere La kryptonite nella borsa, di leggerlo perfino.

Di conoscere, amare, diffondere, l'esitenza di Ivan Cotroneo, regista, scrittore, traduttore di Kureishi e Cunnigham, autore televisivo di Serena Dandini e Corrado Guzzanti, autore di testi teatrali.

Di amare e far amare Ivan Cotroneo, napoletano.

 

nota bene

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge nr. 62 del 7/03/2001.
L'autore dichiara inoltre di non essere responsabile dei commenti inseriti nei post, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Le immagini ed i video presenti nel blog provengono dal web e quindi valutate di dominio pubblico. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione o per qualsiasi violazione di copyright, non avranno che da segnalarlo e l'autore provvederà alla rimozione immediata.