martedì 11 ottobre 2011

Stanno tutti bene (2009): recensione del film con Robert de Niro di Kirk Jones


Recensione n.100 - elenco di tutte le recensioni
Stanno tutti bene... con queste tre semplici parole la moglie di Frank Goode riassumeva le vicende sentimentali e personali dei propri figli al marito, escludendolo forse dai problemi e creando un'aura ovattata attorno alla figura di un padre dedito alla propria famiglia, grande ed umile lavoratore, che aveva proiettato i propri sogni e desideri sui figli ancor prima che su se stesso.  Un padre però, per quanto continui ad immaginare i propri figli come bambini in bicicletta o in skateboard, per quanto venga a lui celato ogni aspetto negativo, ha sempre quel sesto senso di genitore che fa comprendere anche le parole non dette, i silenzi, le assenze. Pur con la certezza che a lui era stato detto che "stanno tutti bene", alle scuse ben poco credibili addotte dai propri figli, Frank decide, in barba ai consigli del medico, di intraprendere un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti d'America, per incontrare ciascun figlio ed accertarsi se davvero stiano tutti bene o se quelle mezze parole e quei silenzi possano celare altre verità a lui nascoste.
Remake di una pellicola del 1990 di Giuseppe Tornatore, con un insolito Robert de Niro a ricoprire il ruolo che fu di Marcello Mastroianni,  Stanno tutti bene è un film che mescola aspetti tipici di un road movie - le lunghe attese alle fermate degli autobus, le chiacchiere con gli sconosciuti, i passaggi con l'autostop -  con altri più adatti a pellicole drammatiche ed altri ancora più intimi tipici di certi film incentrati sui rapporti padre -figli e più in generale sulla famiglia.  Pur non discostandosi molto dall'originale - il finale però è differente e più in stile hollywoodiano - Everybody's fine tende a tracciare uno spaccato d'America, fra sogni più o meno realizzati, fra le attese di un padre che ha speso una vita a lavorare duramente in fabbrica, minando la propria salute in maniera irreversibile, e le vite dei propri figli. Lungo chilometri di fili del telefono che con tanta fatica il protagonista aveva ricoperto di pvc isolante durante gli anni in fabbrica corrono le voci dei figli in parallelo al viaggio intrapreso da Frank, per nascondere al padre una verità triste e non ancora certa. Tutte le azioni che a prima vista sembrano essere mosse esclusivamente da egoismo e disaffezione nei confronti dell'anziano padre si mostreranno al momento debito in maniera del tutto differente.

La pellicola, un po' fiacca nella trama e lenta nei tempi, è sorretta da un grande Robert de Niro, in un'interpretazione differente da quelle solite e sicuramente di grande qualità.  Fra le note positivie è sicuramente  la fotografia, che mette in piena luce le meraviglie paesaggistiche e le grandi differenze degli Stati Uniti. Nel cast, oltre al già citato Robert De Niro, figurano anche Drew Barrymore, Kate Beckinsale e Sam Rockwell.

Giudizio complessivo: @@@

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