Laboratorio di cinema: recensioni, opinioni e trailer dei film in progammazione e di quelli usciti nelle passate stagioni cinematografiche. E' un blog di Fabrizio Reale
Un budget stellare, grandi nomi di Hollywood, un'enormità di effetti speciali non possono da soli ricreare lo spirito di una serie televisiva, A-Team, che "ha fatto epoca" ed ha incollato alla televisione milioni di spettatori in giro per il mondo con schema e scenografia semplici ma a loro modo geniali... Nonostante ciascun episodio fosse a sè stante e seguisse uno stesso canovaccio, alla luce di quanto visto nella trasposizione cinematografica, il prodotto finale, seppur contenuto nei tempi e realizzato con budget risicato, risultava "ben riuscito" e funzionale allo scopo.
Se infatti trasferire sul grande schermo una serie TV raramente ha successo e spesso si traduce in un coro critico da parte dei fan dell'epoca, va dato atto ai produttori di A-Team, film uscito nelle sale cinematografiche mondiali nel corso del 2010, di essere riusciti ad individuare quattro protagonisti che fossero più adatti possibili a sostituirsi agli originali.
Se Liam Neeson, per quanto ottimo attore e per quanto truccato e probabilmente photoshoppato nelle locandine per risultare quanto più simile all'originale Hannibal Smith, non ha il carisma e l'esperienza di un George Peppard, Bradley Cooper è riuscito nel ruolo che fu di Dirk Benedict ed anche Sharlto Copley bene interpreta Mardock Il Pazzo. Discorso a parte per Quinton Rampage Jackson, in quanto costui aveva l'impossibile compito di riprendere la figura di Bosco "P.E." (Pessimo Elemento) Baracus, nell'immaginario collettivo coincidente con quella dell'attore (Rocky III), ex wrestler e persino protagonista di un fumetto, Mr T (all'anagrafe Laurence Tureaud).
Dovendo spalmare su tempi cinematografici un format nato per piccoli e brevi episodi televisivi, il regista Joe Carnahan sceglie di ripartire dalla genesi del team alfa o a-team, raccontando le fortuite (fin troppo) coincidenze che avevano portato i quattro a conoscersi e soprattutto l'esperienza che ne avrebbe decretato lo stato di clandestinità, allontanandosi però moltissimo dall'originale, svuotando il contenitore televisivo per riempirlo di una marea di effetti speciali e di azioni degne dei migliori action movie. Le scene ambientate in porto sono difatti spettacolari ma alla fine dei botti potrebbe tranquillamente uscire dalle fiamme un Mel Gibson in stile Arma Letale o un qualsiasi altro "action hero", non l'A-Team con i loro "piani ben riusciti", la passione di John Hannibal Smith (l'indimenticato George Peppard nella versione originale) per i travestimenti e la maniacale capacità di realizzare armi con materiali di scarto.
Per quanto riguarda la trama, quel che più sembra arrangiata è proprio la prima parte della pellicola, ambientata in Messico: emblematica la scena in cui due marine americani, uno in missione e l'altro in congedo, si incontrano per puro caso in pieno deserto...
Sufficiente la prova di Liam Neeson, discrete quelle di Bradley Cooper e Sharlto Copley, ben poco credibile, nei panni della militare che deve dare la caccia al team, invece la bella di turno, Jessica Biel.
Crazy, stupid, love... folle, stupido... amore! Il titolo fortemente ammiccante ad un pubblico giovanile e la locandina secondo lo stile di molti degli ultimi film corali prodotti ad Hollywood non devono ingannare: quella realizzata sotto la direzione di John Requa e Glen Ficarra, alla seconda fatica dietro la macchina da presa, è una gradevole commedia costruita con intelligenza e sapiente utilizzo dell'ottimo cast a disposizione, senza le derive di volgarità che negli ultimi tempi sono tanto di moda sulla costa occidentale degli States.
Pur con qualche buco nella trama e qualche stentatezza iniziale, i due registi riescono ad affrontare la tematica dell'amore da diversi punti di vista generazionali, con gli occhi di un adolescente, di un trentenne, di un ultraquarantenne, senza mai annoiare e creando un prodotto finale originale e per nulla scontato. A differenza di altre commedie corali, infatti, i tre filoni narrativi principali proseguono quasi parallelamente senza molte sovrapposizioni, per poi convergere tutti verso un unico punto d'incontro, che risulterà essere il momento clou del film ed al contempo la scena più esilarante dell'intera pellicola.
Se il tema principale è l'amore o, più precisamente, il grande amore da colpo di fulmine, buona parte della pellicola è incentrata sulla descrizione delle tecniche maschili di conquista ed è interessante come l'arte della seduzione sia descritta attraverso una serie di sguardi incrociati, di mezze parole, di gesti ripetuti quasi a memoria dall'esperto seduttore, senza mai scadere nel volgare, senza mostrare alcuna scena di nudo e senza mai svilire la figura femminile nonostante il punto di vista raccontato sia prettamente quello maschile e maschilista, per non scrivere machista.
Sono infatti gli sguardi, gli occhi talvolta pieni di lacrime, talvolta strabuzzanti per la meraviglia, il centro dell'attenzione dei registi, ancor più dei corpi delle donne o dei muscoli di uno dei protagonisti, lasciati immaginare e mostrati solo per pochi istanti.
Bravi i due protagonisti principali, Steve Carell e Ryab Gosling, divertenti soprattutto nella versione al maschile di una delle tante scene di rinnovo completo del guardaroba presenti in numerose pellicole rosa e nelle scene di descrizione delle tecniche di seduzione. Discrete Julianne Moore ed Emma Stone, poco più che una comparsa un invecchiato Kevin Bacon, divertente da vedere nel ruolo di un contabile amante un po' inconsueto, strabiliante nella sua breve parte di focosa insegnante liceale Marisa Tomei.
Giudizio complessivo: @@@@
Di seguito è descritta parte della trama del film Crazy, Stupid, Love (2011)
Cal ed Emily Weaver si sono conosciuti ai tempi del liceo, a quindici anni, hanno tre figli e sono sposati oramai da anni. La decisione da parte di Emily di chiedere il divorzio ed il fatto che costei sia andata a letto con il collega David Lindhagen (Kevin Bacon) stravolgeranno la tranquilla vita di Cal e lo porteranno a cercare di modificare completamente sia il proprio stile di vita che il proprio modo di vestire, nel tentativo di dimenticare la moglie, grazie ai consigli del proprio "maestro" di conquiste femminili Jacob Palmer (Ryan Gosling), conosciuto in un bar e da lui addestrato nella difficile arte con il metodo adottato dal maestro Myagi di Karate Kid.
Hannah è alla vigilia di un ultimo difficile esame ed è convinta che il proprio fidanzato una volta laureata le proporrà di sposarsi mentre il figlio tredicenne di Cal ed Emily si è innamorato della propria baby-sitter...
Gli eventi prenderanno strade inaspettate e più di uno saranno i momenti di incontro e scontro fra i diversi filoni narrativi.
Pochi film sono in grado di influenzare e ricreare un genere, pochissimi entrano nell'immaginario collettivo al punto da far sì che anche una singola frase possa diventare citazione comune di pubblico dominio.
Blade Runner, capolavoro di Ridley Scott del 1982, in questa sede recensito per quanto riguarda la versione "The final cut" in HD del 2007, rientra nel novero di queste pellicole rare.
Cosa differenzia l'uomo dalla macchina? Quale la differenza allorquando l'uomo diventa in grado di creare androidi, veri e propri replicanti dalla forma umana, più forti e talvolta più intelligenti dei loro stessi creatori, seppur dalla "vita" limitata in quanto "La luce che arde col doppio di splendore brucia per metà tempo"? Ridley Scott in Blade Runner pone dei nuovi confini alla fantascienza, partendo dall'opera di Philip K. Dick - dai cui libri sono stati tratti anche Atto di Forza, Paycheck, I guardiani del destino - e la differenza fra uomini e androidi diventa probabilmente solo l'aver consapevolezza del proprio passato e l'incertezza sul proprio futuro.
La Los Angeles del 2019 sede di tutti gli avvenimenti del film è una metropoli decadente e noir, un mix fra grattacieli anni'80,pieni di luci e pubblicità, e palazzi semi abbandonati dall'atmosfera quasi gotica: sotto una pioggia continua, con il sole offuscato da una fitta nebbia dovuta all'inquinamento, quanti sono rimasti sulla Terra, malati, invalidi o poveri, disadattati o poliziotti, sopravvivono in un'atmosfera piena di contrasti, fra macchine volanti ed antiquati quotidiani di carta, bettole degne dei peggiori sobborghi e tecnologie elevate. Chi può vive nelle colonie "Off world", extra mondo, e lo spettatore è colpito dal fatto che proprio il grande scienziato creatore dei replicanti viva sulla Terra, così come alcuni suoi fedeli collaboratori. In questo contesto di luci ed ombre, di pioggia sporca ed alcool, si muove il protagonista, Rick Deccard, richiamato in servizio come "Blade Runner", come "ritiratore", per non scrivere eliminatore o cacciatore, di replicanti, perchè l'uomo nega che una propria creatura possa avere una coscienza e pertanto non ritiene assassinio la loro eliminazione. L'avversario, un Rutger Hauer magistrale nell'interpretare il replicante Roy Batt, si dimostrerà alla fine più umano degli umani, consapevole di essersi riuscito a costruire un passato ed una storia propri. Il senso del piccolo monologo finale sta proprio nel voler dimostrare all'uomo che l'androide può essere considerato a tutti gli effetti suo pari se non superiore a causa dell'essere stato protagonista di fatti ed eventi inimmaginabili...
« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi
Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo
Come lacrime… nella pioggia…
È tempo di morire… »
Il film ha tanti punti di forza, dalla storia ripresa dal racconto di P.K. Dick "(Do Androids Dream of Electric Sheep " in italiano Il Cacciatore di Androidi o nella traduzione più letterale Ma gli androidi sognano pecore elettriche?) all'ottima scenografia, da una colonna sonora memorabile composta da Vangelis, all'interpretazione dei due protagonisti principali.
Molto bravi infatti Rutger Hauer ed Harrison Ford, costui al massimo della fama grazie all'interpretazione quasi in contemporanea di Ian Solo, Indiana Jones e di Rick Deccard, più che discrete le co-protagoniste femminili Sean Young e Daryl Hannah.
L'aspetto più curioso legato al lancio di Salt, film diretto da Philip Noyce ( Giochi di Potere, Sotto il segno del Pericolo, Il Santo per citare alcune pellicole da lui dirette) riguarda la scelta del protagonista, dato che, al rifiuto di Tom Cruise, fu chiamato in sua sostituzione Angelina Jolie, costringendo lo sceneggiatore ed autore del copione Kurt Wimmer a riscrivere la storia per adattarla ad un personaggio femminile.
Chi è Evelyn Salt, chi si nasconde dietro lo sguardo di ghiaccio della bella protagonista? La trama si snoda quasi esclusivamente seguendo il personaggio principale e "rigirando" allo spettatore i tanti dubbi mossi a riguardo dai personaggi secondari e coprotagonisti. Salt è l'eroica agente della CIA distintasi in più missioni e capace di sopportare la prigionia in Corea del Nord senza proferir verbo sulla propria missione o è una spia ex-sovietica introdotta fin da bambina negli States in sostituzione di una vera Evelyn Salt morta, cellula dormiente di un ingegnoso quanto assurdo piano per distruggere gli odiati Stati Uniti d'America?
Avendo il regista grande esperienza di film d'azione e soprattutto di personaggi in grado di lottare da soli, la pellicola scorre abbastanza fluida, fra scene d'azione che riportano Angelina Jolie ad evoluzioni acrobatiche inverosimili degne della migliore Lara Croft Tomb Raider ed altre più tipiche dei tradizionali spy-thriller ambientati nella guerra fredda.
Nonostante più di una scena possa apparire scontata e prevedibile, il film nel suo complesso è discreto nel cercare di riportare Stati Uniti e Russia in un clima da Guerra Fredda e di richiamare alla mente dello spettatore immagini oramai datate eppure viste in tantissime pellicole degli anni '70 e '80.
La Jolie è a suo agio in un ruolo che mescola l'Ethan Hunt di Mission Impossible a personaggi in fuga degni dei migliori film del genere, con più di un fotogramma in cui sembra rientrare negli stretti panni di Lara Croft.
Nel cast figurano anche Liev Schreiber, Chiwetel Ejiofor, Daniel Olbrychski, Andre Brangher
Romantica commedia sulla rielaborazione di un grave lutto e sulla possibilità di guardare avanti, Qualcosa di speciale (titolo originale Love happens) ha come punto di forza la bravura del protagonista, Aaron Eckhart, chiamato ad interpretare il non semplice ruolo di Ryan Burke, vedovo a causa di un tragico incidente d'auto, ritrovatosi famoso ed acclamato per la pubblicazione di un libro autobiografico sulla rielaborazione del lutto e su come affrontare la vita dopo la perdita di una persona cara.
Durante un incontro con i propri lettori focalizzato sul tema del "pensare positivo", una delle classiche convention "motivazionali" cui è abituato il pubblico americano, Ryan si imbatte in Eloise, affascinante ed eccentrica fioraia con la strana abitudine di nascondere dietro i quadri nei corridoi scritte con lunghe e rare parole prese direttamente dal vocabolario. Fra fraintendimenti e mezze verità, Eloise sarà il vero strumento per andare oltre, per rielaborare davvero un lutto mai accettato, per riavvicinarsi al passato e guardare, finalmente, al futuro.
La pellicola risulta nel suo complesso gradevole, una commedia con contorni drammatici come diversi prodotti hollywoodiani recenti, nonostante la trama sia claudicante in più di un punto, con più di un personaggio appena abbozzato. Se la Aniston si limita a svolgere il classico "compitino", Eckhart come già accennato è bravo nell'interpretare il personaggio non semplice di Ryan.
Nel cast figura anche Martin Sheen, nel ruolo di suocero del protagonista ed appare come comparsa Sasha Alexander, nota per il ruolo di Kate Todd in NCIS e per essere la nuora di Sophia Loren.
Luisa Ranieri in una scena del film Mozzarella Stories
Prodotto da Eagle Pictures, Bavaria Media Italia e Centro Sperimentale di Cinematografia Production, uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 23 settembre 2011 "Mozzarella Stories", un film di Edoardo De Angelis. Nel cast figurano, fra gli altri, Luisa
Ranieri, Massimiliano Gallo, Andrea Renzi, Giovanni
Esposito, Tony Laudadio, con Gianpaolo Fabrizio e la partecipazione di Aida Turturro, la Janice
Soprano della serie televisivaHBOI Soprano, cugina degli attori John e Nicholas
Turturro.
Il sottotitolo, "una commedia malavitosa a base di caglio", aiuta a delineare quale sia l'argomento principale su cui è incentrata questa pellicola, la mozzarella, quello che un tempo era definito l'"oro bianco" ed i rapporti fra la malavita e questo ottimo e prelibato formaggio fresco DOP. Ecco il trailer di Mozzarella Stories:
Seguono una serie di contenuti aggiuntivi, note di produzione e curiosità che sono state inviate al sottoscritto e che volentieri pubblico:
MOZZARELLA
STORIES – SINOSSI
Una Commedia malavitosa a base di caglio
Nel regno
delle mozzarelle, Ciccio DOP (GianpaoloFabrizio) è il signore assoluto
di un candido impero in cui lui è il ‘casaro’, ovvero il produttore di
formaggio più importante.
Dopo anni di
dominio incontrastato, Ciccio DOP si trova ad affrontare una crisi senza
precedenti che lo vede precipitare in una guerra di mercato contro dei
misteriosi imprenditori cinesi. Questi ultimi hanno, infatti, invaso
improvvisamente supermercati e ristoranti con una mozzarella di ottima qualità,
di sapore eccellente e, soprattutto, a metà prezzo…
Di fronte al
rischio concreto di finire rovinato, la reazione di Ciccio DOP scatena una
serie di eventi con cui dovranno fare i conti in prima persona sua figlia Sofia
(Luisa Ranieri), una donna affascinante e carismatica; il cantante
confidenziale Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo), nonché la sua
vecchia partner e amore mai dimenticato Autilia “Jazz – Mood” (Aida Turturro)
e l'ex campione di pallanuoto Dudo (Massimiliano
Rossi).
All’orizzonte
si stagliano le complicate pretese dell’inquietante Mastu Pascale, la violenza
letale di Gravinio (Tony Laudadio) e la follia melodrammatica di Gigino
a' Purpetta (Giovanni Esposito).
Nel momento
più difficile, però, il lucido Ragioniere (Andrea Renzi) offrirà una
serie di ottimi consigli, mentre un’enigmatica quanto saggia massaggiatrice
cinese mostrerà a Sofia la strada per riuscire a creare qualcosa dal nulla e
arrivare laddove nessuna donna era mai riuscita prima di lei.
EDOARDO DE
ANGELIS STORY: Note di Regia
Caserta & Me
Ho vissuto a Caserta dal 1988 al 2001.
Ho assistito all’apice e al declino
delle eccellenze di questa città: la Democrazia Cristiana, il basket, il
calcio, la pallanuoto, l’edilizia, la prima generazione del clan dei casalesi
mi sono passati davanti con entusiasmo e dignità, senso di orgoglio e violenza.
Mi ha sempre colpito la tendenza, che
hanno molti in città, ad arrivare ad un passo dal successo per poi crollare
clamorosamente: la squadra di basket che vince lo scudetto e l’anno dopo
fallisce, la squadra di calcio che agguanta la serie B e l’anno dopo fallisce,
la squadra di pallanuoto che, mentre sta per mettere il piede in serie A,
fallisce!
Antonio Pascale definisce Caserta come
una città dove ognuno, prima, “era qualcos’altro”. Una città di “ex”.
A me sembra, invece, una città di ex
“quasi”.
Atleti che sono arrivati “quasi” in
serie A, altri che hanno “quasi” vinto uno scudetto, altri ancora che sono
stati, un tempo, “quasi” felici.
Uomini e donne di tutto il mondo
possono arrivare a comprendere e perfino a ‘condividere’ questo sentimento:
ognuno di noi può capire cosa significa essere stato, una volta nella vita,
“quasi” qualcosa o qualcuno, per poi diventare qualcosa, qualcun’ altro o, più
probabilmente, nessuno.
Caserta & la Mozzarella
Ogni uomo, donna o bambino che si
trovi a mettere piede sul suolo di Caserta, lo fa con le papille gustative in
fibrillazione e in testa un unico pensiero: la Mozzarella.
La bontà di questo formaggio fresco a
base di latte di bufala è rinomata in tutto il mondo. Chi possiede terre,
bufale ed è in grado di estrarre il loro prezioso latte, detiene una fortuna
tale da potere parlare di “Oro bianco”.
Mozzarella
Stories & Noi
Durante gli anni trascorsi a Caserta,
ho osservato con scrupolo e curiosità il modo di essere e di vivere che avevano
le persone che mi circondavano.
E' da queste persone in carne ed ossa
che nascono i personaggi inventati di Mozzarella Stories:
Ciccio DOP al momento si trova a dover fronteggiare una
Guerra di mercato contro aggressivi produttori di mozzarella cinese.
Dudo, ex campione di pallanuoto slavo,
lavora oggi senza successo per la società di recupero crediti di Ciccio DOP.
Angelo Tatangelo, idolo neomelodico di
matrimoni e comunioni, è scomparso: al momento si trova bloccato sotto il corpo
enorme, inamovibile e morto della sua antica partner e amore mai dimenticato
Autilia Jazz Mood.
A fornire a questi personaggi una via
d’uscita ci penserà Sofia, figlia di Ciccio DOP, cresciuta senza chiedersi mai
prima d'ora quale fosse il prezzo da pagare per la sua vita agiata.
Sarà lei a trovare una collocazione
per tutti, in questo o quell’altro mondo.
Il tono è quello della commedia.
Seguendo lo stesso percorso iniziato
dalla tradizione della commedia all'italiana, intendiamo raccontare personaggi
che si ispirano alla realtà ma la superano in quanto frutto di finzione.
Si tratta di figure quanto meno
eccentriche, costruite in prospettiva comica, ma che vanno rappresentate
ponendo al centro la verità di cui sono portatori in quanto esseri umani.
Un
film d’ensemble
Per raccontare questa storia avevo
bisogno di attori e attrici cui potere affidare ruoli complessi e, in
apparenza, sopra le righe, mentre in realtà fortemente radicati non solo nel
mio immaginario, ma anche in quello di una terra come la Campania dalle grandi
tradizioni.
In questo senso sono stato molto
fortunato a potere, tramite questo progetto, mettere insieme personalità e
talenti diversi: come, ad esempio, quello di Luisa Ranieri per la prima volta
in un personaggio dinamico e determinato, come quello di Aida Turturro al suo
primo film in Italia e come quello di Gianpaolo Fabrizio per la prima volta
davanti alla macchina da presa di un film destinato al grande schermo.
Mozzarella
Stories
è un insieme di “prime volte”, inclusa, ovviamente, la "mia”: un punto di
partenza comune per raccontare qualcosa di moderno, ma dal sapore antico.
Perché Mozzarella Stories?
È da quando ho girato il mio primo
fotogramma che in qualche modo mi preparo a questo film. Da allora sono
trascorsi dieci anni e in tutte le piccole storie vere e inventate che ho
raccontato c’è un tassello che è poi andato a comporre il puzzle di Mozzarella Stories.
Ricordo che l’idea del film è nata con una domanda che ho fatto allo
sceneggiatore De Pascalis: “Che succede
se tutti cercano qualcuno che non si trova perché è rimasto incastrato sotto il
corpo morto di un’amante enorme?”
Questa immagine rappresenta per me una
sorta di immagine guida che mi ricorda la prospettiva che intendo fornire a
questo racconto.
La mia idea di spettacolo prevede
l’accoglienza del pubblico nel salottino buono dell’idea già nota e in alcuni
casi anche del luogo comune. Solo lì, quando è a suo agio, egli è pronto a idee
nuove, shock e sorprese. È mentre sta ridendo che intendo fare in modo che
versi una lacrima di commozione ed è proprio mentre la lacrima sta scivolando,
che intendo metterlo nelle condizioni di abbandonarsi ad una risata
“liberatoria”.
NOTE DI PRODUZIONE
“Tutto è nato dalla domanda che io e
lo sceneggiatore Devor De Pascalis ci siamo posti riguardo a quello che
succederebbe se un giorno qualcuno scomparisse non perché è morto, bensì perché
è rimasto bloccato sotto il corpo della sua ‘voluminosa’ amante, deceduta,
presumibilmente ‘felice’, durante un amplesso. Il soggetto del film ha preso il
largo dall’idea di volere raccontare una storia che avesse al suo centro un
motore narrativo ‘immobile’ ovvero un corpo abbandonato su un altro corpo che
cerca di sfuggire. Intorno a questa immagine ‘suggestiva’, abbiamo voluto
sviluppare un sistema di fili narrativi che, però, partono da personaggi veri.”
Il regista Edoardo De Angelis racconta così l’elemento scatenante il suo primo
lungometraggio intitolato Mozzarella Stories, un film in cui il regista fa i
conti con Caserta, la città dove è cresciuto. Un’esplorazione divertita e
visionaria, del proprio immaginario personale con cui è cresciuto e che, come
dimostrano anche i suoi cortometraggi, è diventato materia perfetta per un
cinema ricco di fascino e di forti suggestioni. “Tutti i personaggi presenti
nel film mi sono, in un certo senso, ‘noti’.” Continua il regista “Ciascuno di
loro è, infatti, riconducibile ad una o più persone che ho avuto modo di
conoscere nella mia vita. In più ho giocato a pallanuoto per molti anni e ho
frequentato l’ambiente musicale della città. Tutti questi elementi mi hanno
permesso di sviluppare, nel corso del tempo, il tessuto narrativo alla base
prima del soggetto, poi della sceneggiatura e adesso del film. Prima ancora di diventare un racconto unico
ed unificante, Mozzarella Stories è stato un insieme di personaggi e di storie
che mi sarebbe piaciuto potere raccontare.”
Protagonista femminile del film è
Luisa Ranieri, attrice per cui il film è stato scritto da Edoardo De Angelis
insieme a Devor De Pascalis, a Barbara Petronio e Leonardo Valenti “Mi sono
sentita molto lusingata quando ho scoperto questa cosa.” Dice orgogliosa
l’interprete napoletana “All’inizio ero perfino un po’ spaventata di potermi
esprimere in un personaggio pensato per me.” Continua l’attrice “Basta dire che
quando interpreto certi film perfino i costumi sono pensati per ‘abbassare’ la mia
fisicità che, riconosco, appartiene ad altri tempi e può risultare difficile,
perché non troppo ‘moderna’. Quando Edoardo mi ha comunicato di avere scritto
il personaggio pensando a me, mi sono resa conto che lui ha colto certe
sfumature che, fino adesso, non avevo ancora avuto modo di esprimere.”
Mozzarella Stories è dominato da
figure di donne uniche e tutte, a modo loro, affascinanti. Una celebrazione
della femminilità fortemente voluta dal
regista “Ho sempre adorato l’universo femminile in quanto dolorosamente
consapevole di non riuscire a comprenderne fino in fondo il mistero.” Dice
ridendo De Angelis “Cercando delle radici realistiche nella storia inventata
che stavo raccontando non riuscivo a trovare, negli uomini che ho conosciuto,
nessun modello reale per costruire un personaggio maschile con le qualità che
volevo potere raccontare. Così ho capito che questo ruolo doveva essere
ricoperto da una donna con il suo elemento alieno, imponderabile e misterioso
che consente agli esseri di sesso femminile di essere più ‘visionari’ degli
altri e di trascendere, modificando la realtà così come la conosciamo. La mia è
solo e soprattutto una fantasia cinematografica.”
Una fantasia la cui solida e delicata
complessità affascina Luisa Ranieri “In Mozzarella Stories, nonostante il
regista sia un uomo, i maschi sono certamente tutti, chi per un verso, chi per
un altro, dei “mostri”. E’, semmai, l’elemento femminile a portare un certo
senso di progresso. Le donne sono, invece, tutte molto concrete. Anni fa ho interpretato
un personaggio che diceva ‘le donne non fanno la guerra’. Sofia riprende quella
filosofia e quella visione del mondo: le donne non amano la distruzione, ma
preferiscono creare prospettive e costruire la possibilità di avere nuove
prospettive.”
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche
l’antagonista Autilia portata sullo schermo in maniera sempre straordinaria e
carismatica da Aida Turturro che De Angelis ha voluto fortemente per il ruolo
dell’amante tradita e abbandonata che il marito di Luisa non riesce, però, a
dimenticare. “Autilia è una figura, almeno in parte, romantica.” Spiega
l’interprete italo – americana “Questa donna, infatti, è una figura perfetta,
perché la sceneggiatura di Edoardo ce ne restituisce in pieno la psicologia. Ne
conosciamo il passato, i dolori per essere stata abbandonata e ne apprezziamo
la generosità quando il suo ex torna ad avvicinarsi a lei. Autilia è una
persona molto vulnerabile ed è sempre interessante portare sullo schermo una
donna che ha diverse sensibilità dentro di sé e qualche contraddizione. Non è
difficile, ovviamente, interpretare qualcuno che ha il cuore infranto…quello è
semplice, anzi…quale donna che non ha mai conosciuto il dispiacere?”
Anche Sofia da ‘amante’ diventa
‘tradita’, una situazione che cinematograficamente diverte molto Luisa Ranieri
“E’ la prova che l’amore non appartiene alla sfera dell’estetica, ma a qualcosa
di più profondo che ha a che fare con scambi ed intese molto peculiari e
personali. Il mio personaggio è sempre “super”: super dinamica, super vestita,
super in forma e suo marito cosa fa? Le dice ‘Sofia mangia un po’, perché sei
troppo magra!”. Una battuta fantastica, perché sintetizza il desiderio di
qualcosa di più accogliente rispetto ad una moglie nevrotica che si alza, fa
ginnastica ed è sempre ‘a tremila’. “ Edoardo De Angelis commenta: “Le donne
sono, oggi, in grado di potere fare tutto e di gestire organizzazioni complesse
molto meglio di quanto facciano gli uomini. In particolare le donne campane e
napoletane hanno quel livello di risolutezza e libertà che, alle volte, risulta
soverchiante rispetto a quello della loro controparte maschile. Gli uomini
fanno fatica ad andare oltre con il proprio sguardo alle dinamiche esistenti. A
differenza, invece, di quanto succede con le donne che riescono a preconizzare
gli sviluppi e i cambiamenti del futuro. Sono sempre stato fortemente sedotto
dalla risolutezza e dalla capacità femminile di fare sempre e comunque come gli
pare.”
Storia di donne, di mozzarelle, di
camorra, ma anche di un’umanità smarrita e un po’ lacerata, il film di Edoardo
De Angelis esplora un mondo malinconico e pieno di ironia dominato dalla
consapevolezza che tutto sia, in qualche maniera, destinato a ‘finire’. “Ne La
città distratta lo scrittore e giornalista Antonio Pascale spiega come la
mozzarella con la sua struttura e la sua porosità descriva benissimo,
definendolo, il carattere degli abitanti di Caserta. Senza il libro di Pascale
non ci sarebbe questo film, in quanto lui, con i suoi ragionamenti e le sue
idee, ha profondamente colto il senso del mio immaginario e non solo. Basti
pensare che la recente riedizione del libro porta una prefazione di Roberto
Saviano, un mio coetaneo che frequentava il liceo scientifico negli stessi anni
in cui andavo al liceo classico, che dice ‘Senza La città distratta non ci
sarebbe stato Gomorra’. Inoltre, quando
ho scritto il soggetto che parlava di mozzarella cinese, i produttori mi
guardavano con sospetto pensando si trattasse di fantascienza. Poi, però, i
fatti di cronaca mi hanno dato ragione…”
Luisa Ranieri è entusiasta del lavoro
svolto sul set dal regista e dal suo team “Quando ho ricevuto il copione sono
rimasta impressionata dal fatto di avere davanti qualcosa di differente
rispetto a quanto leggo in genere. E’ davvero un’altra cosa e io ho avuto
grande fiducia in questo regista: Edoardo ha dimostrato subito di avere le idee
chiare per sfruttare al meglio una sceneggiatura molto bella. Ho avuto la
sensazione di fare parte di un film che fosse sospeso tra l’action movie e la
commedia all’italiana che risentisse dell’influenza di registi come Tarantino e
Almodovar. C’è un po’ di tutto nel DNA di Mozzarella Stories e io, come
napoletana, sono molto felice di avere recitato in questo progetto: Caserta e i
suoi abitanti ne escono bene in una storia dove il male muore e il bene cresce
grazie al confronto e al dialogo con il diverso.”
Un film originale, che secondo il suo
autore è lo specchio di qualcosa di profondo “Credo che se un film deve
assomigliare a qualcosa, allora deve essere simile alla vita. Un’esistenza
degna di essere raccontata è fatta di momenti drammatici e anche di situazioni
divertenti.” Conclude De Angelis “Non ho ispirazioni di tipo cinematografico o
letterario. Non più ormai, perché i personaggi si sono stratificati dentro di
me. Quando immagino i protagonisti della storia che voglio raccontare, penso a loro come se fossero persone vere e
realmente esistenti. Spero che questo accada anche a chi li guarda muoversi,
amare, soffrire, uccidere e sopravvivere sul grande schermo.”
Nell'ambito della campagna di promozione del cofanetto Star Wars: La
Saga Completa, disponibile a partire dal 13 settembre in Italia in un
unico cofanetto Blu-ray da collezione, è di seguito riportato un contenuto speciale inedito, in anteprima.
Si tratta di una mini intervista a
George Lucas, il quale presenta il
personaggio/icona del cacciatore di taglie Boba Fett e racconta un
po’ di curiosità dietro le quinte riguardante la genesi del personaggio.
Per maggiori informazioni sul cofanetto Star Wars: la saga completa, disponibile a partire dal 13 settembre in Italia in un unico cofanetto
Blu-ray da collezione, distribuito da Lucasfilm Ltd. e 20th Century Fox
Home Entertainment, si rimanda ad un post precedente.
L'avventura del Poseidon, forse il primo film del genere catastrofico, ebbe tale successo nel 1972 da essere candidato a ben nove premi Oscar nel 1973, vincendone due. Punto di forza di questa pellicola è sicuramente l'ottima scenografia, accoppiata ad effetti speciali da Oscar ed a una colonna sonora firmata dal grande John Williams. Nel cast protagonisti assoluti sono Gene Hackman ed Ernest Borgnine, mentre appare in un ruolo per lui insolito Leslie Nielsen.
La trama si snoda fra le vicende di alcuni passeggeri del Poseidon, glorioso quando immaginario - il modellino delle scene è quello del famoso Queen Mary - transatlantico all'ultima crociera prima della demolizione, allorquando la nave si trova in prossimità dell'epicentro di un terremoto marino che genera uno tsunami di decine di metri di altezza nel mare Egeo, al largo dell'isola di Creta. La ricerca di una via di fuga da parte di una piccola parte di superstiti all'interno della nave capovoltasi per l'impatto con l'onda rappresenta il fulcro del racconto, fra incontri con altri superstiti, litigi e gesti eroici, salvataggi e morti improvvise, speranza e disperazione, fino a quando i pochi convinti dal reverendo Frank Scott (Gene Hackman) a risalire la nave, verranno salvati dai soccorsi sopraggiunti.
A far da contraltare agli ottimi - per l'epoca - effetti speciali ed alla bravura nel ricostruire l'interno di una nave da crociera a testa in giù, l'eccessiva caratterizzazione dei personaggi principali ed i dialoghi spesso troppo urlati e surreali. Nonostante le ottime performance di Gene Hackman e Ernest Borgnine, spesso i protagonisti sembrano fin troppo caricaturali.
E' finalmente uscito il trailer italiano di Carnage di Roman Polanski. Per maggiori informazioni sulla pellicola presentata alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia si rimanda al post precedente.
Il cast è composto da Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly.
Qualcuno forse storcerà il naso, ma è indubbio che l'arrivo dei puffi nelle sale cinematografiche mondiali costituisce uno dei momenti clou dell'inizio della stagione cinematografica 2011-2012, stante soprattutto l'enorme fama che nel corso dei decenni hanno raggiunto gli Schtroumpfs, puffi o smurfs che scriver si vogliano.
Che il film stesse per arrivare nelle sale si era già capitato dal ritorno dei buffi puffi blu nei negozi di giocattoli, anche se la vera invasione di gadget e giocattoli avverrà per Natale. Nonostante i puffi siano stati seguiti dai bambini di mezzo mondo, si tratta solo della terza volta che Grande Puffo, Puffetta, Puffo Quattrocchi, Tontolone etc. arrivano sul grande schermo, a oltre cinquanta anni dalla creazione da parte di Peyo (Pierre Culliford). Il film è stato realizzato in tecnica mista live - action e pertanto accanto alle creature blu in 3D sono presenti anche attori in carne ed ossa.
Ecco il trailer del film sui Puffi che uscirà nelle sale italiane venerdì 16 settembre 2011:
Come di consueto, è giunto il momento di presentare in anteprima esclusiva la classifica dei migliori blog di cinema di settembre 2011 stilata da wikio.it. Fra i blog cinefili si segnala il sorpasso in seconda posizione di Pellicole Rovinate su Il Cinemaniaco, l'ingresso di Macchie d'Inchiostro ed i balzi in avanti di Le Recensioni di Robydick (complimenti davvero, anche se il nome è un po' cambiato negli ultimi tempi essendosi aggiunti altri recensori al bravissimo Robydick) e di WhiteRussian. Scala una posizione anche questo blog, saluto in 13ma.
Come prevedibile, metà dei siti e blog nominati per i Macchianera Blog Awards per la categoria cinema figurano in questa lista (cineblog, cinemaniaco, friday prejudice, memorie di un giovane cinefilo e Pensieri Cannibali).
Classifica TOP BLOG CINEMA dei principali blog di cinema italiani secondo wikio.it
Forse uno dei titoli più attesi alla 68ma Mostra Internazionale di arte cinematografica di Venezia, Carnage, diretto da Roman Polansky, arriverà sugli schermi italiani venerdì 16 settembre 2011. Forte di un cast di grandi attori, è l' "adattamento cinematografico dell'opera teatrale vincitrice del Tony Award
di Yasmina Reza, che racconta di due coppie di genitori che si
incontrano per discutere in modo civile del fatto che uno dei loro figli
abbia ferito l'altro in un parco pubblico" (fonte mymovies).
Protagonisti del film Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly.
Presente alla 68ma Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, Tutta colpa della musica uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 9 settembre 2011. Ricky Tognazzi dirige il bravo Marco Messeri, finalmente in un ruolo da protagonista, Stefania Sandrelli, Elena Sofia Ricci, Monica Scattini, Raffaele Pisu, Grazia Cesarini Sforza ed una Rosalba Pippa (Arisa) prestata dal palcoscenico musicale a quello cinematografico. Il film segue sulle note delle musiche cantate e provate dal coro della città le vicende del protagonista Giuseppe e l'incontro di costui con la coetanea Elisa (Stefania Sandrelli), entrambi sposati. Fra i protagonisti fiigura anche il regista Ricky Tognazzi nel ruolo dell'amico di Giuseppe, Napoleone.
Di seguito è riportato il trailer del film Tutta colpa della Musica:
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