giovedì 30 dicembre 2010

Il postino (1994): recensione del film con Massimo Troisi e Philippe Noiret


E' difficile, forse impossibile, separare il film "Il Postino" dall'immagine indissolubile di un Massimo Troisi malato e stanco, tanto caparbio da sfidare la propria precaria salute per terminare le riprese di quello che per molti è considerato il testamento spirituale del grande attore e regista napoletano (di San Giorgio a Cremano), spirato poche ore dopo aver girato l'ultima scena del film.

Tratto dal romanzo "Il postino di Neruda" di Skàrmeta, girato nelle splendide Procida e Salina, Il postino è stato da subito circondato da un'aura magica che ha fatto di questa pellicola un caso unico, elogiato da critica e pubblico, tanto apprezzato all'estero da portare il nome di Massimo Troisi nell'olimpo della cinematografia mondiale con una candidatura postuma all' Oscar come miglior attore protagonista ed un totale inatteso di 5 candidature all'ambita statuetta (fu vinta quella per la migliore colonna sonora drammatica consegnata a Luiz Bacalov).  
Nonostante solamente nella versione italiana figurasse il nome di Troisi accanto a quello del regista Michael Radford, per tutti il postino è universalmente riconosciuto come il suo capolavoro, un film, senza nulla togliere alle tante belle pellicole girate in precedenza, in cui raggiunse l'apice della carriera ed una notorietà internazionale sotto certi aspetti inattesa.  La mimica, i silenzi, le indecisioni nelle parole e nei movimenti del Troisi comico trovarono in una interpretazione drammatica così profonda il proprio naturale complimento.  

Il postino è un inno alla forza della poesia, al potere delle parole in grado di elevare personaggi a prima vista insignificanti a ruoli del tutto inattesi.  L'amicizia che lega Pablo Neruda a Mario Ruoppolo è sincera e mossa dalla tenerezza che ispira il giovane squattrinato postino, fra i pochi in grado di leggere e scrivere in un'isola più lontana dalla terraferma della realtà, ancora legata a un mondo antico di pescatori destinato in pochi anni a sparire del tutto.  L'ansia di apprendere nuove parole e nuovi componimenti è il vero anelito alla cultura ed alla elevazione sociale attraverso la conoscenza cui tutti dovrebbero aspirare. Se Neruda quasi inconsciamente sconvolgerà la vita del postino, quest'ultimo manterrà nei confronti del grande poeta un sentimento di riconoscenza quasi filiare, conscio del fatto di essere stato cambiato in profondità dall'esule cileno e di aver trovato non solo il coraggio ma anche i mezzi per conquistare la ragazza più bella e di buoni sentimenti del paese, grazie a quanto appreso nei sempre più lunghi momenti passati a dialogare di metafore con lui. 
Se la prima parte del film è tutta incentrata sul rapporto fra postino e poeta, sul ruolo della poesia e della parola nella vita, nella seconda parte diventa predominante il senso di attesa di un cenno o un gesto di Neruda nei confronti della comunità che aveva lasciato per rientrare in patria, la delusione dinanzi al silenzio del regista e la volontà da parte di Mario di fare qualcosa per la propria comunità, diventando "comunista" come il poeta, criticando le azioni dei politicanti locali, arrivando a scrivere lui stesso una poesia per Neruda da leggere in un contesto lontano dai silenzi e dai suoni scanditi dal vento e dal mare dell'isola, in città, in mezzo a una folla sterminata.  Le immagini finali incentrate su Neruda/Noiret che ritorna dopo cinque anni in Italia, quelle passeggiate sulla spiaggia ricordando le ultime parole registrate dall'amico che mai davvero si era sentito abbandonato,  quel primo piano interminabile sul volto dell'attore francese da cui traspare l'incapacità di comprendere una morte tanto assurda quanto improvvisa, sono per lo spettatore ancora oggi emozionanti in quanto quello sguardo sbigottito ed incerto ben si prestava e si presta tanto a cercare di dare un senso alla morte del protagonista quanto a quella del personaggio reale. Massimo Troisi se ne andò solo 12 ore dopo aver terminato le riprese,  il volto incavato, lo sguardo e le smorfie da cui traspariva sofferenza resteranno indimenticabili per quanti lo hanno amato ed apprezzato dai tempi della Smorfia in poi. 

Al di là di un indimenticabile Massimo Troisi, ottima è l'interpretazione di Philippe Noiret, perfettamente calato nella parte. Piacevole Linda Moretti, bella anche se un po' acerba nella recitazione Maria Grazia Cucinotta nel ruolo di Beatrice che le diede fama in tutto il mondo, di contorno le altre figure, da Matilde (Anna Bonaiuto) a  Renato Scarpa (il responsabile dell'ufficio postale).

Giudizio complessivo: @@@@@1/2

lunedì 27 dicembre 2010

I soliti ignoti (1958): recensione in ricordo di Mario Monicelli

In memoria del grande Mario Monicelli, scomparso all'età di 95 anni il 29 novembre 2010, non posso non proporre la recensione di uno dei suoi film più noti, quel "I soliti ignoti" del 1958 che rientra fra i capolavori  e che segna la nascita della commedia all' italiana ed ha ispirato decine di pellicole negli anni a seguire. 

E' inutile descrivere nel dettaglio la trama, che sarà nota ai più. Quel che preme al sottoscritto sottolineare è la maestria con cui Monicelli riuscì a descrivere una Roma ben lontana da quella che pochi anni dopo sarebbe diventata protagonista del capolavoro di Fellini, la Dolce Vita, e la capacità di far sorridere e divertire raccontando una storia sotto molti aspetti tragica, più vicina alle pellicole neorealiste che alla classica visione della commedia tutta da ridere e macchiettistica fino a quell'epoca presentata al pubblico italiano.
I soliti ignoti, con i propri vizi, le proprie caratteristiche a tratti parodistiche, narrano di una Roma vera, fragile, povera, di un popolo che da una parte è alla ricerca disperata di un lavoro e dall'altra è spesso ben lungi dall'esser pronto a faticare per conquistarsi il sudato pasto a fine giornata.   Se Capannelle (Carlo Pisacane) è l'icona di un certo modo di esser ladro, povero e vestito di stracci, se Dante (un limitato ma sempre grande Totò) rappresenta degnamente i furbi che riescono a ricavar quattrini sia dagli onesti -rubando- che dagli stessi ladri - cedendo a pagamento stille di dubbia sapienza e furbizia ladronesche -, i personaggi che fanno riflettere lo spettatore ancor prima che farlo sorridere sono Mario, Peppe e Michele, i giovani  che vivono in un limbo fra il lecito e l'illecito, fra l'onestà di un lavoro vero ed il denaro facile ma sporco.
Mario rinuncerà al colpo per dimostrare a Michele di essere un buon partito per la sorella, trovando un lavoro onesto e restando vicino alla mamma, perchè di mamma ce ne è una sola a meno che, come nel suo caso, non si venga dall'orfanotrofio e di mamme ce ne siano addirittura tre, le tre dipendenti che l'han cresciuto, fra le quali figurava "Sora" Lella Fabrizi. Peppe (Vittorio Gassman) metterà a repentaglio il colpo per non imbrogliare la giovane Nicoletta ed alla fine, seppur per puro caso, si troverà inevitabilmente assunto in un cantiere, Michele (Marcello Mastroianni), da fotografo un po' sfortunato qual'è, accetterà di buon grado di mangiare pasta e ceci invece che rischiare di essere arrestato a fine colpo, resosi conto dell'impossibilità di portare a termine la rapina perfetta.

Sono diverse le scene da cineteca, di quelle indimenticabili che vengono riproposte in continuazione su youtube od in televisione. In molti, fra i blogger cinefili, in omaggio al grande regista scomparso hanno riproposto gag e scene tratte da "I soliti ignoti". 

L'insieme dei personaggi, compreso Cosimo che muore tentando di compiere uno scippo per risalire la china dopo l'uscita di galera (per amnistia, perchè in Italia ogni tanto c'è un'amnistia recita un cartello nel film), compresi gli stereotipati fratelli siciliani Michele (Tiberio Murgia, morto appena tre mesi fa) e Carmelina (una bellissima Claudia Cardinale), compresa anche la "servetta" Nicoletta pronta a fingersi padrona di casa e figlia di militare per colpire gli aspiranti pretendenti, sono entrati nell'immaginario comune ed hanno contribuito a rendere immortale questo piccolo capolavoro della commedia all'italiana.

Giudizio complessivo: @@@@@@

lunedì 20 dicembre 2010

The Tourist: recensione e trama del film con Angelina Jolie e Johnny Depp



Uscito nelle sale cinematografiche italiane il 17 dicembre 2010, The Tourist era molto atteso dal pubblico italiano non solo per l'eccezionalità della coppia di protagonisti, Johnny Depp ed Angelina Jolie, ma anche per il fatto che il film è stato girato quasi interamente a Venezia, con la partecipazione di un nutrito gruppo di comparse pescate da cinema e televisioni nostrane. 

Parte della critica nostrana, rappresentata da un folto gruppo di blog e siti cinefili, ha stroncato The Tourist, remake del film francese del 2005 Anthony Zimmer: c' è chi ha definito il film (mymovies) un "cinepanettone internazionale, chi senza mezzi termini lo definisce " innegabilmente uno dei più brutti visti in sala in questo 2010 (cineblog)".  Eppure la prima pellicola diretta da Florian Henckel von Donnersmarck dopo l'inatteso oscar 2007 per il miglior film straniero, ha ottenuto ben tre nomination per i prossimi Golden Globe, due dei quali proprio per il duo di protagonisti ed ha raccolto diversi pareri favorevoli.

Quel che è certo è che The Tourist è una commedia leggera  intrisa di elementi legati alle spy-story il cui scopo principale è quello di intrattenere il pubblico per quasi due ore, divertendo a tratti e facendo in modo che la trama non sia mai scontata, fino all'epilogo con sorpresa finale.  Senza caricare di eccessiva attesa e senza pretendere di cercare al suo interno contenuti od elementi particolari, va scritto che non ci si annoia e, nonostante in alcuni punti la trama sembra essere palesemente rabberciata per coprire dei buchi narrativi,  nel suo complesso la pellicola è gradevole e piace l'atteggiamento gigionesco di un Johnny Depp che bene interpreta la parte del turista un po' impacciato che si ritrova suo malgrado coinvolto in un intrigo internazionale.  Angelina Jolie è bellissima e come sempre magnetica e lo spettatore tende a perdonarla per un modo di recitare un po' troppo rigido, sopratutto per quanto riguarda il portamento e la mimica: che stia ballando o camminando, che sia ferma o stia guidando un motoscafo di notte a Venezia, il volto ed il corpo della bella Angelina restano sempre statuariamente (e meravigliosamente) impassibili. 
Sullo sfondo di una Venezia magica si sussegono inseguimenti e scambi di persona,  agenti dell'Interpol e carabinieri -che in realtà non fanno una bella figura-,  boss della mafia internazionale e agenti sotto copertura, in modo tale che la narrazione non sempre scorra fluida ma proceda a scatti, rallentando in alcuni punti e prendendo inaspettate accelerazioni in altri. 

Le figure di contorno, siano esse di provenienza hollywoodiana o italica, sono talvolta dipinte come macchiette utili più per creare momenti di ilarità o diversivi che realmente legate al filone narrativo principale. Su tutti il carabiniere  Frassica, identico al maresciallo da lui interpretato da anni in "Don Matteo", ha il solo scopo, con il proprio goffo intervento e la caduta in acqua, di interrompere un inseguimento sui tetti che altrimenti si sarebbe protatto oltre il dovuto.
Fra le comparse nostrane, appaiono in ordine sparso, con commenti stupiti del pubblico in sala, oltre a Nino Frassica nei panni di un carabiniere che occupa la scena per 20 secondi, Neri Marcorè nei panni di un addetto alla concierge in un grande albergo, Christian De Sica nei panni di un comandante di caserma dei carabinieri, Raoul Bova nei panni di un miliardario veneziano che ottiene in pochi secondi un bel due di picche dalla bella protagonista, Daniele Pecci ed Alessandro Boni.  Appaiono in ruoli di comparse o poco più anche diversi volti noti del cinema anglosassone, da Rufus Sewell a Timothy Dalton. Perfetto nei panni del criminale violento e sanguinario Steven Berkoff,  discreto Paul Bettany nei panni di Acheson, agente britannico incaricato di cercare il giovane truffatore.

Il  taglio dato dal regista al film predilige i primi piani ed i dialoghi rispetto alle scene di inseguimento, ridotte all'osso. Piacevole la colonna sonora. Il film, come scritto, nel suo complesso rientra ampiamente fra quelli che "si possono vedere" senza però entusiasmare davvero il pubblico.
Giudizio complessivo: @@@
Il trailer è già stato pubblicato in precedenza su questo blog.

Di seguito è descritta parte della trama

Elise è un'affascinante donna innamoratasi di un malvimente inglese,  scomparso da tempo dopo aver derubato di oltre due miliardi di sterline un ricchissimo e feroce criminale internazionale per il quale lavorava come banchiere di fiducia.  Pedinata e seguita con insistenza da Scotland Yard e dall'Interpol, Elisa finalmente riceve una missiva dell'amato Alexander, ricercato per aver evaso il fisco per oltre 700 milioni di sterline, che la invita a prendere il primo treno che da Parigi la porterà a Venezia e successivamente a individuare un turista che possa per corporatura e genotipo assomigliare a lui, in modo tale da sviare gli interessi sia della polizia che dei malviventi su costui.  A bordo di un Eurostar Freccia Rossa delle Ferrovie dello Stato italiane, Elisa incontrerà quindi Frank,  insegnante di matematica americano, vedovo da pochi anni, in viaggio di turismo alla volta della bella città lagunare. Il fatto stesso di essere in sua presenza farà sì che sia gli sgherri russi del criminale anglosassone che gli agenti dell'interpol perdano tempo dietro allo spaesato e goffo insegnante invece di cercare effettivamente il nuovo volto di Alexander...

Questa recensione verrà pubblicata anche nel laboratorio napoletano

venerdì 17 dicembre 2010

Telethon 2010: laboratorio di cinema aiuta la ricerca contro le malattie genetiche


E' partita la maratona Telethon 2010. Come già accaduto l'anno scorso per il mio blog principale ( laboratorio napoletano )  è possibile donare anche un solo euro per la ricerca contro le malattie genetiche attraverso il banner che compare sulla destra.   Laboratorio di cinema, così come i correlati Quelli di ingegneria meccanica e laboratorio napoletano, rientra fra i "siti amici" di Telethon ed è  in prima linea in favore della ricerca.  
In assenza di una politica vera in termini di investimenti per la ricerca, sia questa indirizzata allo studio di malattie genetiche o all'individuazione di sistemi puliti per la produzione di energia elettrica, in assenza della volontà da parte di chi governa di intervenire in questioni cardine del Paese, siamo noi stessi italiani ancor prima dei nostri "deputati" a dover soccorrere la ricerca italiana grazie anche a manifestazioni di immensa solidarietà come la maratona Telethon. 

Donare è facile... basta cliccare sul banner sulla destra e seguire la procedura!
Che aspetti?

giovedì 16 dicembre 2010

Natale al cinema: trailer dei film in uscita venerdì 17 dicembre

L'aria nataliza da sempre fa benissimo al cinema italiano per quanto riguarda l'afflusso ai botteghini. Da questo fine settimana pertanto entreranno in programmazione alcune pellicole di sicuro e facile successo in termini di incasso e pubblico, che domineranno probabilmente il box office delle prossime settimane e si candideranno ad essere fra le più viste dell'anno.  Se, come già accaduto in passato, la Disney ha anticipato il proprio "Rapunzel: l'intreccio della torre" (qui il trailer per chi non l'abbia ancora visto) e se Boldi debba oramai far finta che il Natale arrivi a fine novembre per non incappare in disfatte colossali e paragoni scomodi,  per venerdì è previsto l'arrivo nei cinema italiani sia del cinepanettone classico e collaudato che di altri titoli top per giovani e meno giovani.

Non essendo un fan del genere ma essendo tifoso del Napoli, propongo per primo il trailer  del collaudatissimo trio De Laurentiis, Parenti, De Sica.   Inutile sprecar parole per descrivere trama o anticipare qualcosa di importante, i tantissimi che si recheranno al cinema durante le feste per guardare Natale in Sud Africa già sanno cosa aspettarsi e quale sia il livello qualitativo della pellicola. 

Sempre venerdì 17 arriva l'atteso terzo capitolo della saga dedicata al fantastico mondo scaturito dalla penna di C.S. Lewis.   Le Cronache di Narnia: il viaggio del veliero, diretto da Michael Apted, rientrerà fra i film di sicuro impatto e ben fatti, stando almeno alla chiusura finale della recensione presente su mymovies: Lo spessore letterario, la nuova impronta registica e la scelta del 3D creano un'avventura multi-prospettica vivida e polifonica.


Dell'atteso The Tourist si è già ampiamente parlato in precedenza.
Venerdì usciranno anche "La Bellezza del Somaro", ultima fatica di Sergio Castellitto nella duplice veste di regista e protagonista insieme a Laura Morante, Enzo Jannacci e Barbara Bobulova ed il cartoon in 3D della DreamWorks "Megamind", che promettedi essere uno dei successi del Natale.


Non va infine tralasciato quello che sarà il film italiano in grado di constrastare lo strapotere del cinepanettone, ovvero "La banda dei babbi Natale", ottavo film del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, con Angela Finocchiaro nei panni di una divertente ispettore di polizia che tenta di comprendere i motivi per cui un dottore, un veterinario ed un "mantenuto" si siano cimentati in un tentativo di furto vestiti da Babbo Natale.

giovedì 9 dicembre 2010

Cenerentola (1950) recensione del classico d'animazione della Disney


Nonostante quella di Cenerentola (Cinderella) sia una delle fiabe più note ed antiche, la cui origine si perde nella notte dei tempi e da alcuni è fatta addirittura risalire agli antichi egizi, alla parola Cenerentola  alla maggior parte dei bambini del mondo, per quanto siano più o meno cresciuti, tornerà alla mente la bella e piacevole trasposizione cinematografica filmata Walt Disney del 1950.   Il film "versione" Disney si rifà a quelle di Perrault e dei fratelli Grimm, entrambe ispirate da "la gatta cenerentola" di Giambattista Basile, che con il suo "Lu cunto de li cunti" riuscì a riportare su carta buona parte delle fiabe e favole presenti nella tradizione orale dei popoli europei.  
Nonostante non sia uno dei lungometraggi d'animazioni  qualitativamente più riusciti del grande Walt Disney, nell'immaginario comune Cenerentola è fra i più conosciuti, apprezzati e ricordati cartoon della storia del cinema, alla pari di Biancaneve e di altri classici Disney.   In Cenerentola colpisce sopratutto il ruolo - non ruolo del principe, puramente abbozzato sia nei tratti somatici che caratteriali, a differenza con la forte caratterizzazione sia del padre, il vecchio re tanto desideroso di diventare nonno da sognare di notte di giocare con due gemellini, che del  Granduca Monocolao.  Il principe è solo una comparsa, si inchina alle dame e balla con Cenerentola ma non è neanche il vero salvatore della bella e sfortunata ragazza, ridotta quasi in schiavitù dalla matrigna e dalle due brutte ed antipatiche figlie di lei.  E' il re, tanto smanioso di fare il nonno da obbligare il figlio a sposare la donna in grado di calzare la piccolissima scarpetta di cristallo persa da Cenerentola alla festa, chiunque fosse questa donna, di qualcunque origine od aspetto, a liberare la ragazza dalle grinfie della madrina attraverso il proclama ed attraverso la figura a tratti comica del granduca Monocolao.  Come nelle migliori pellicole disneyane, assumono un ruolo d'effetto e d'importanza le figure comprimarie, i fantastici topini che circondano la bella protagonista e l'aiutano sia a vestirsi che in altre faccende.  La scena della costruzione del vestito per la festa al castello, con i topi e gli uccellini intenti a cucire, tagliare ed assemblare è da cineteca.  
E' altresì vero che diverse scene che vedono i piccoli roditori come protagonisti sembrano essere del tutto avulse dal filone principale di narrazione e sembrano fortemente ispirate da personaggi di cartoon concorrenti. I metodi con cui Gas Gas e Giac distraggono il gatto Lucifero sono fin troppo simili alle gag di Tom & Jerry, già pluripremiati protagonisti del cinema americano negli anni '40. 
Ben caratterizzati, di grande impatto ed effetto sono i personaggi cattivi del film, da lady Tremaine, madre di tutte le matrigne che avrebbero di seguito affollato cartoon americani e giapponesi,  alle stolte e brutte sorellastre Anastasia e Genoveffa, senza dimenticare il gatto Lucifero, vero protagonista di malefatte ai danni della protagonista. Di contro buona parte dei personaggi positivi appaiono in pochissime scene e son talvolta abbozzati.
E' indubbio che parte del successo della pellicola sia dovuto anche alle musiche, entrate nella storia del cinema, a partire da Bibbidi Bobbidi Bu per arrivare a "I Sogni son desideri" cantata sia da Cenerentola in apertura che dai topini in altri punti del film.

Un classico da vedere e rivedere, che ha fatto sognare generazioni di bambine e ragazzine.

Giudizio complessivo: @@@@@

Edit:

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) recensione del film di Elio Petri con GianMaria Volontè

Ricevo e volentieri pubblico la recensione di "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" (1970) scritta da Daniela Persico di Incontrollabilmente io.



Quel piccolo grande mito che è il mio Fratellino rariter sbaglia, ma mai quando si tratta di cinema.
Egli ne è un vero esperto e cultore, amante e conoscitore, soprattutto, di quello d'antan.
Erano anni oramai che mi consigliava (anzi a dire il vero me lo imponeva quasi fosse un imperativo di matrice kantiana) di vedere "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" del regista Elio Petri.
Ieri sera, complice il mio morbo che come vedete ancor non abbandona, l'ho finalmente visto, trascinando, oltretutto, insieme a me un proselite, l'ottimo O. ma anche S., con il quale ho potuto fare qualche breve commento a caldo dopo la visione del film, passato sulla terza rete della Rai appunto ieri sera.
Devo dire che ne è valsa assolutamente la pena e che il mio amatissimo Fratellino aveva più che ragione: "Indagine su un cittadino al di là di ogni sospetto" è un film ruvido, duro, amaro che fa riflettere e molto.
Girato dal regista Elio Petri - scomparso prematuramente alla giovane età di 52 anni nel 1982 dopo aver dato vita a numerose pellicole di grande interesse (tra cui "A ciascuno il suo", "Todo Modo" e "La classe operaia va in paradiso") - su un soggetto da lui stesso elaborato in collaborazione con lo sceneggiatore Ugo Pirro, "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" è una pellicola del 1970 che ebbe un grandissimo successo di pubblico e critica.
Fu inoltre insignito di numerosi ed importanti premi: il Gran Prix della critica al ventitresimo Festival di Cannes, due David di Donatello (l'altro fu vinto come attore protagonista da Gian Maria Volonté) e nel 1971 l'Oscar come migliore film straniero.
Il film è una spietata denuncia sui metodi e sull'idea stessa dell'autorità che la polizia italiana portava avanti agli inizi degli anni settanta.
Il capo della squadra omicidi, all'inizio dello svolgersi dei fatti appena promosso alla sezione politica, è interpretato da uno straordinario Gian Maria Volonté: un uomo che incarna in tutto e per tutto la prosopopea del potere, la sua forza bruta, la sua capacità di essere anche condiscendente a suo piacimento, lo sprezzo mostrato verso alcuni sottoposti e la reverenza imbarazzata verso i superiori. L'interpretazione di Volonté è folgorante, sopra le righe, grottesca e iper-reale.
L'ispettore decide di compiere un delitto, uccidendo la propriaamante, una conturbante Florinda Bolkan, e disseminando la scena del delitto di una miriade di indizi che portino inequivocabilmente a lui: vuole dimostrare che essendo al di sopra di ogni sospetto, la polizia non arriverà mai ad affermare la sua colpevolezza.
Ed infatti è così, per quanti indizi emergano, per quanto inconsistenti siano le prove a carico dell'unico principale sospettato (l'ex marito della vittima, un omosessuale) i suoi ex colleghi non arrivano mai a sospettare di lui, nonostante i nuovi suggerimenti che Volonté invia alla polizia attraverso mezzi sempre più contorti: pacchi anonimi, testimonianze di comuni cittadini da lui stesso volontariamente immischiati nel caso.
Contemporaneamente allo svolgersi delle indagini e parallelamente alla nuova carriera che l'ispettore capo svolge adesso nella squadra politica, Petri ci porta, attraverso una serie flash-back, nella torbida storia vissuta tra l'ispettore e la vittima, la bellissima, sofisticata e spietata Augusta Terzi, donna che mina le poche sicurezze dell'ispettore con la forza della sua cultura e facendosi beffe delle sue attenzioni e della sua posizione, ridicolizzando, nella mente oramai del tutto compromessa dell'ispettore, la funzione stessa del potere.
Incredibile la crudezza narrativa di Petri, aiutato dalla magistrale fotografia di Luigi Kuveiller (che poi si consacrerà definitivamente per la fotografia del film di Dario Argento, "Profondo Rosso"), che porta lo spettatore all'interno di dinamiche mentali ma anche reali completamente assurde e deviate, con una semplicità esacerbante.
Eccellente Volonté capace di incarnare all'estremo quello che il suo personaggio gli impone: un uomo estremamente fragile e vittima delle regole che crede di dover seguire e applicare, quelle stesse regole il cui collasso sa di non potere sopportare.

Come sempre incisive le musiche di Ennio Morricone, questa volte eseguite a cura del M° Bruno Nicolai.
Un film, le cui ultime sequenze sono altamente ansiogene e a doppio colpo di scena, che si chiude, molto amaramente, con le parole dell'immortale Franz Kafka: "qualunque impressione faccia su di voi, egli è servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano".
Un vero e proprio capolavoro della cinematografia italiana e mondiale, un film di denuncia della disumanità che si nasconde anche in quelli che sembrano essere i più democratici stati di diritto.
Ecco quarant'anni fa non si aveva paura a rappresentare la nostra realtà per quella che era; oggi i torturatori hanno sempre turbanti in testa e parlano sempre altre lingue, nei nostri film così come - e questo è ben più grave - nei nostri telegiornali.

martedì 7 dicembre 2010

Iron Man 2: recensione del film con Robert Downey Jr, Gwyneth Paltrow, Scarlett Johansson, Mickey Rourke


Sulla scia del successo planetario riscosso dal primo episodio, Robert Downey Jr è tornato ad interpretare il miliardario e supereroe Tony Stark nel secondo film dedicato ad Iron Man.  E' oramai prassi consolidata ad Hollywood e dintorni affrontare le tematiche riguardanti i supereroi ed i personaggi provenienti dal mondo dei fumetti con schemi ben precisi: nel primo film è in genere narrata la genesi del personaggio, che da persona normale si trasforma - per scelta, necessità o per puro caso - in eroe, mentre nel sequel, puntualmente prodotto a poca distanza allorquando il botteghino abbia premiato il primo, viene in genere presentato un eroe in difficoltà da un punto di vista psicologico ancor prima che a causa di nuovi nemici, incapace di gestire il ruolo che si è ritagliato nella società.

Iron man 2, diretto nuovamente da Jon Favreau, non si discosta di molto da questo percorso narrativo, con le ovvie particolarizzazioni legate all'eccentricità del personaggio Tony Stark/Iron Man. 
Va subito scritto che, se il primo episodio aveva piacevolmente convinto tutti, sia il pubblico in cerca di un bel film d'azione tratto da un fumetto famoso, con scene emozionanti, scontri, effetti speciali e fanta-tecnologia, sia i critici sempre attenti a cercare buchi di sceneggiatura e falle nella trama,  in questa seconda pellicola il personaggio interpretato da Robert Downey Jr perde parte del proprio fascino e lo spettatore è troppo spesso distratto dall'apparizione di figure di contorno non ben delineate e dalla presenza di percorsi narrativi secondari non sempre strettamente collegati a quello principale ed il cui unisco scopo sembra essere quello di creare un filo conduttore fra questo Iron Man 2 ed il futuro I Vendicatori.

Pur riproponendo scene d'azione degne dei migliori fumetti Marvel, manca quel "quid" che permette ad una pellicola di passare dal calderone dei  film "che si possono vedere" a quelli "da vedere" od addirittura "da non perdere".  Iron Man 2, nonostante i tanti effetti speciali e l'ottimo cast (appaiono anche Mickey Rourke, Samuel L. Jackson e Scarlett Johansson oltre a Gwyneth Paltrow e Robert Downey Jr) non è paragonabile al primo episodio.

Giudizio complessivo: @@@+

lunedì 6 dicembre 2010

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni: recensione e trama dell'ultimo film di Woody Allen


Uscito nelle sale cinematografiche italiane il 3 dicembre 2010, Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni è il nuovo film di Woody Allen, che, come al solito, può contare su un cast d'eccezione, da Antonio Banderas a Anthony Hopkins,  Da Naomi Watts a Freida Pinto, da Gemma Jones a Josh Brolin.
Con la doverosa premessa che chi si reca al cinema per guardare una pellicola scritta e diretta da Woody Allen oramai già sa in che modo verranno affrontate certe tematiche e che taglio prenderà il film, sopratutto per quanto riguarda il rapporto con l'invecchiamento ed i confronti generazionali,  il film risulta piacevole e mai noioso, anche se abbastanza prevedibile in alcuni punti e dal sapore di già visto in altri. 

A differenza del recente "basta che funzioni", parimenti incentrato sul rapporto fra senilità e sessualità, You Will Meet a Tall Dark Stranger, questo il titolo originale che si rifa al leit motiv del film "incontrerai uno sconosciuto alto e bruno", non ha un solo filone narrativo ma segue più storie legate fra loro  dal rapporto di parentela e dall'unico punto di riferimento comune, ovvero la madre, moglie, suocera Helena.  Anche se i diversi intrecci narrativi sono, come hanno scritto alcuni blogger cinefili, talmente scollegati fra loro da far sì che il film possa sembrare l'insieme di più cortometraggi, è altresì vero che la filosofia di fondo, quel pessimismo di fondo che impregna ogni pellicola del grande regista americano,  mantiene le storie unite fra loro dall'inizio fino alla fine, in modo tale da far comprendere, proprio nel finale che lascia "appesi" alcuni fili della trama, quale fosse il vero intento del regista.

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni non è solo una commedia sui tradimenti, nè una pellicola in cui ancora una volta Allen si sofferma sulle difficoltà di instaurare un rapporto di coppia che sia stabile, duraturo e sopratutto felice, con proverbiali pessimismo e diffidenza dinanzi alla capacità di relazionarsi con il partner, sopratutto in età avanzata.  Il film altro non è che un ulteriore tassello della filosofia di Woody Allen, fra stoicismo e pessimismo esistenziale.   Fra i quattro matrimoni analizzati più o meno con profondità dal regista, fra i diversi personaggi abbozzati solamente o scrutati in profondità, colei che all'inizio allo spettatore sembrava essere l'anello debole, alla fine risulterà essere l'unica in grado davvero di andare avanti, di riuscire a sognare ed a costruirsi una nuova vita, all'insegna della consapevolezza che a volte basta aggrapparsi a qualche illusione, seppur effimera, per essere felici.
Se infatti la citazione shakespeariana iniziale, "che la vita è il racconto di un idiota, pieno di rumore e furia, che alla fine non significa nulla", non lascia presagire nulla di buono, la chiusura finale dedicata alle illusioni che rendono accettabile la vita fa da contraltare in parte positivo al pessimismo iniziale.

Superba è Gemma Jones, conosciuta al grande pubblico per il ruolo della madre di Bridget Jones,   una  vecchietta allampanata e fantasticatrice, presa in giro dai parenti eppur così sicura delle proprie convinzioni,; divertente e bravo Anthony Hopkins, nel ruolo dell'anziano in cerca di giovanilismo a tutti i costi, al punto da iscriversi in palestra e sperperare i propri soldi sposando una prostituta d'alto borgo.  Piace Naomi Watts nel ruolo della donna combattuta fra un lavoro appassionante ed il desiderio di un figlio, fra le tentazioni ed un marito poco appassionato e molto fallito.  Non molto a suo agio nel ruolo dello scrittore fallito Josh Brolin, ridotte a poco più che comparsate le performance di Antonio Banderas e Freida Pinto.

Bella davvero, come già in passato, la Londra descritta dal regista.

Gidizio complessivo: @@@@


Di seguito è descritta parte della trama

Helena è stata da poco lasciata, dopo quarant'anni di matrimonio, da Alfie, il quale, non accettando l'avanzare dell'età, ha iniziato a cercare di mantenersi giovane attraverso sedute di palestra, jogging e lampade abbronzanti. La loro figlia, Sally, lavora in una prestigiosa galleria d'arte diretta da Greg (Antonio Banderas) ed è sposata con Roy (Josh Brolin), laureato in medicina e scrittore in preda ad una lunga crisi d'ispirazione.  Con il divorzio Helena si affida ai consigli di una sedicente cartomante, il cui ruolo assumerà sempre maggior peso nelle decisioni dell'anziana signora fino a farle perdere il contatto con la realtà.  Insieme al declino della vita matrimoniale dei genitori, va di pari passo anche quella di Sally (Naomi Watts),  dato che Roy cerca sempre maggiore ispirazione dalla bella e giovane vicina di casa, quella Dia (Freida Pinto) che veste sempre in rosso e che lui ammira per ore sbirciando nella sua finestra.  Fra una storia d'amore fra Alfie e Charmaine, ragazza squillo conosciuta durante un incontro sessuale e poi divenuta prima amante e poi moglie,  fra gli imbrogli escogitati da Roy per aver fortuna nuovamente nel campo editoriale ed i suggerimenti della cartomante a Helena, tutto sembra volgere a danno dell'anziana mamma ed ex-moglie ed a vantaggio di altri, ma le novità sono dietro l'angolo e non è detto che tutto finisca come sembra.

Questa recensione è presente anche ne "Il laboratorio napoletano di Fabrizio Reale"

giovedì 2 dicembre 2010

Top blog cinema Dicembre 2010: la classifica wikio dei migliori blog di cinema

Anche per il mese di dicembre 2010 ho il piacere di proporvi in anteprima esclusiva la classifica dei migliori blog di cinema stilata da wikio.it.  Entra nella top20  blog cinema di questo mese  Video Arte Blog e per la prima volta da oltre sei mesi Il Cinemaniaco viene scalzato dalla seconda posizione in favore di Best Movie. 
Per chi abbia desiderio di conoscere come funziona il twikio score rimando al post dedicato alla classifica del mese scorso.
Ricordo che tutti i blogger cinefili i cui siti non siano presenti nella classifica wikio dedicata al cinema  possono contattarmi via mail o qui indicandomi i propri link.  Il sottoscritto infatti da diversi mesi collabora con lo staff di wikio per far sì che la classifica possa tener conto di un numero sempre maggiore di blog cinefili.  Come sempre, si parlerà a breve di questa classifica anche nel mio blog "laboratorio napoletano". Chi vuole pubblicare questa classifica può farlo a patto di contattarmi prima di pubblicare e di indicare la fonte.
 
TOP20 BLOG CINEMA di dicembre 2010
1cineblog
2Best Movie
3Il Cinemaniaco
4CineTivù
5Cinefestival
6CineZapping
7Memorie di un giovane cinefilo
8www.vivacinema.it
9Attenti al Cine
10Cinema
11Le recensioni di robydick
12Laboratorio di cinema: recensioni ed altro
13Future Film Festival
14Friday Prejudice
15Eyes Wide Ciak!
16Book and Negative
17...ma sono vivo e non ho più paura!
18Al Cinema
19Video Arte Blog
20Maxso Film

the Tourist: trailer del film con Johnny Depp ed Angelina Jolie in uscita nei cinema

Uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 17 dicembre l'atteso "The Tourist", che ha per protagonisti Johnny Depp ed Angelina Jolie.  Diretta da Florian Henckel von Donnersmarck (le vite degli altri), la pellicola, girata fra Francia ed Italia, è il remake del thriller francese del 2005 Anthony Zimmer, che aveva per protagonisti Sophie Marceau e Yvan Attal.
Frank Taylor (Depp) è un turista americano che, giunto in Italia, si ritroverà coinvolto in un complesso intrigo internazionale a causa di Elise Clifton-Ward (la Jolie), bella ed affascinante agente dell'interpol a caccia di un pericoloso criminale, il suo ex amante.
Nel cast, che può contare anche su  Timothy Dalton, Paul Bettany, Rufus Sewell e Steven Berkoff, figurano come comparse diversi volti noti del cinema e della televisione italiani quali Christian De Sica, Neri Marcorè, Nino Frassica, Daniele Pecci e Raoul Bova.

Le fasi iniziali di lavorazione sono state alquanto problematiche dato che più volte sono stati sostituiti sia i protagonisti che il regista.
Il trailer del film:

nota bene

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