lunedì 29 novembre 2010

La donna della mia vita: recensione e trama del film di Luca Lucini con Alessandro Gassman, Stefania Sandrelli, Luca Argentero


La donna della mia vita, uscito nelle sale cinematografiche il 26 novembre, è una piacevole commedia diretta da Luca Lucini (Oggi Sposi) ed il cui soggetto è stato scritto da Cristina Comencini. 
Al centro della narrazione è Alba (Stefania Sandrelli), che nel primo minuto di proiezione sembra parlare al pubblico ammettendo e giustificando tutte le ingerenze ed i condizionamenti più o meno diretti che una donna in quanto madre e moglie può attuare nei confronti dei propri uomini nel nome dell'amore e della buona fede.  Il regista dopo questo breve monologo nei primi minuti, attraverso le parole di Alba ed attraverso poche e chiarificatrici scene introduttive, delinea i profili dei protagonisti, componenti più o meno presenti della famiglia Melfi di Milano:  Alba, ex signorina buonasera della televisione, sposata in seconde nozze con Sandro, industriale del settore dolciario ed in prime nozze con un inviato del telegiornale, Giorgio e Leonardo, fratellastri divisi da dieci anni e dall' influenza caratteriale dei rispettivi padri, donnaiolo, sicuro di sè e spavaldo il primo,  grande lavoratore, propenso agli affetti familiari ed alla tranquillità il secondo.   Mentre lo spettatore è intento a comprendere che tanto Giorgio è infedele e donnaiolo quanto Leonardo è il classico cocco di mamma, timido, impacciato e propenso a commuoversi dinanzi alle lacrime femminili, tanto debole da tentare il suicidio dopo essere stato lasciato dalla ragazza, cominciano ad apparire diverse figure femminili, candidate ad essere "la donna della mia vita" di uno dei due fratelli.
Al di là dei diversi momenti comici durante i quali è difficile trattenere il sorriso, dietro un' apparente descrizione del contrasto e del confronto fra due diversi modi di vivere il proprio essere maschio, oltre i luoghi comuni che formano e plasmano i due protagonisti maschili (il machismo del primo, l'imbranataggine del secondo), acquista sempre maggior peso agli occhi dello spettatore, con lo svolgersi dei fili narrativi della trama, la figura di Alba, matriarca della famiglia, in grado di influenzare con poche parole i propri uomini.
Quando sembra infatti che tutto il gruppo familiare si stia sgretolando, si capisce che gli errori dei figli hanno una radice comune insita nelle parole e nei racconti della madre, troppo attenta a difendere e nascondere alcuni errori del passato per rendersi conto delle conseguenze di certi suoi condizionamenti. 
La vera "donna della mia vita" per i due protagonisti non sarà la moglie di uno o la fidanzata dell'altro, nè questa o quella amante, bensì proprio la figura materna, così forte e carismatica da plasmare e forgiare i caratteri dei figli al di là delle loro volontà e doti.  Il rapido sconvolgersi degli eventi, il crollo del castello di carte costruito in trent'anni e più da Alba, porterà a verità nascoste e sopratutto al manifestarsi per la prima volta dei veri caratteri dei protagonisti, finalmente liberi dal peso dell'architettura caratteriale costruita dalla madre.

Fra i protagonisti è sicuramente la città Milano, descritta attraverso immagini che rapidamente si alternano di tetti, colori e monumenti cittadini, i cui abitanti sono dipinti come persone legate all'apparenza, che passano da una palestra ad una discoteca, da una serata danzante in qualche casa a un corso di ginnastica ritmica, poco propense ad affrontare i problemi reali e molto libertini nei comportamenti.  Fra amanti perdute e ritrovate, matrimoni che rischiano di collassare, fughe amorose e ritorni di fiamma, esce vincitrice nonostante tutto la famiglia, allargata per quanto possibile, che continua ad essere salda e forte intorno alla figura della madre - matriarca.

Ottima l'interpretazione di Stefania Sandrelli che apre e chiude la proiezione raccontando amabilmente all'ultimo arrivato della famiglia i propri pensieri e le proprie idee di una madre e moglie fin troppo presente nella vita dei "propri" uomini.  Piace Alessandro Gassman, un po' meno il pur sempre bravo Luca Argentero, il cui personaggio -sopratutto nei primi minuti di proiezione - è nelle movenze e nei modi di fare troppo simile ad un altro personaggio da lui intepretato, il protagonista di "Diverso da chi?".  Brava Valentina Lodovini anche se un po' compressa dalla sceneggiatura che la obbliga più a silenzi che a dialoghi veri e propri. 
Nel cast figurano anche   Giorgio Colangeli, Sonia Bergamasco, Lella Costa e Gaia Bermani Amaral.

Il film nel suo complesso è piacevole da vedere e la sceneggiatura, per quanto tenda a rallentare troppo in alcuni punti ed a tagliarne letteralmente altri, è costruita in modo tale che lo spettatore possa pian piano comprendere le fitte trame ordite negli anni da Alba e non si possa mai annoiare.

Giudizio complessivo: @@@1/2


Di seguito è descritta parte della trama
Alba, ex signorina buonasera della televisioni anni '70, ha due figli,  Giorgio e Leonardo, avuti con due differenti uomini e mariti. Dopo aver lasciato infatti Sandro, invaghitasi di un giovane giornalista, sposa questo e dopo pochi mesi nasce Giorgio. Terminato il matrimonio a causa dei tradimenti di lui, Alba incontra nuovamente Sandro, che sposerà in seconde nozze. Dall'unione dei due nascerà Leonardo.   La madre dei due ragazzi, così presa a tessere le lodi di uomo di famiglia  e di persona serena, tranquilla e pacata del secondo marito, così presa dal descrivere il primo come un donnaiolo traditore e menefreghista, finisce con l'influenzare nella crescita i due figli  che sembrano ricalcare pienamente i caratteri dei rispettivi genitori.  Leonardo, timido ed impacciato, dopo aver tentato il suicidio a causa della fine della storia con Irene, incontra Sara, secondo violoncello dell'orchestra del teatro la Scala, anche lei uscita dopo due anni da una storia con un uomo sposato che l'aveva ingannata. Giorgio è invece sposato con Carolina, che da anni prova ad avere un figlio senza riuscirvi.  Al contempo lui, medico nel campo della procreazione assistita, tende a tradire spesso la moglie con le clienti o con altre ragazze conosciute fra Roma, dove abita, e Milano, dove abitano madre e fratello.  L'arrivo di Sara nella famiglia comporterà terremoti e smottamenti tali da stravolgere le vite dei protagonisti e da far uscire allo scoperto segreti e tradimenti più o meno recenti.

Link a questa recensione anche dal mio blog personale (laboratorio napoletano di Fabrizio Reale)

lunedì 22 novembre 2010

The Social Network: recensione e trama del film di David Fincher su facebook e Mark Zuckerberg


Affrontare il fenomeno sociale e di comunicazione del primo decennio del XXI secolo non era facile a causa del rischio di trasformare la storia del fondatore del social network per eccellenza in uno di quei teen movies anni '80 e '90 incentrati su feste, associazioni studentesche, belle ragazze e droga.  David Fincher è riuscito, grazie anche alla ottima sceneggiatura di Aaron Sorkin, ad imbastire una pellicola che alterna il biografico al legal thriller senza tralasciare gli aspetti più ammiccanti ad un pubblico giovanile legati alla vita universitaria. The social network non narra solo la genesi di facebook.com, non tratta esclusivamente la vita del suo fondatore e di quanti hanno condiviso con lui un'esperienza sotto molti aspetti unica, non affronta solamente temi legati ai tanti processi che quello che Forbes ha definito nel 2008 il più giovane miliardario della storia degli States ha dovuto affrontare. In The social network, grazie ad un continuo utilizzo di flashback ed a uno stile narrativo che riesce a mantenere il livello d'attenzione dello spettatore sempre elevatissimo,  il regista riesce a mescolare tutti i principali ingredienti della vita di Zuckerberg e amici realizzando una pellicola di altissima qualità che piace sia a quanti "masticano" il linguaggio dei "nerd", sia a quanti utilizzano quotidianamente facebook che a quanti vivono al di fuori del mondo dei social network e dei computer.

Il sottotitolo del film, presente in caratteri cubitali sulle locandine - non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico - è il filo conduttore di una  narrazione che vede sempre al centro la figura del giovane Mark, interpretato alla perfezione da Jesse Eisenberg ,  geniale programmatore e studente capace di ridefinire il concetto di amicizia e di rapporti interpersonali nonostante sia il classico "nerd" talmente preso dalla propria passione da avere una rete di rapporti sociali ristretta a pochissime persone.  
Dato che Fincher non prende mai una reale posizione di giudice nei confronti del protagonista, degli amici vecchi e nuovi, di quanti han fatto causa e di quanti hanno rischiato con la propria vita di eccessi di rovinare la macchina perfetta realizzata da Mark, lo spettatore ha la possibilità di crearsi  una propria opininoe su tutti i personaggi principali.
Se il "miglior amico" Eduardo Saverin è troppo attento a cercare di monetizzare il proprio primo iniziale investimento di 1000 $ per comprendere la portata dell'invenzione dell'amico, troppo distante dalle idee dei "nuovi" amici di Mark per seguire il rapido susseguirsi degli eventi e restare sulla barca, a tal punto dal dover ammettere alla fidanzata durante un litigio di non essere nemmeno in grado di cambiare il proprio stato sentimentale su facebook,  al contrario il "nuovo amico" Sean Parker - interpretato alla perfezione da Justin Timberlake - oltre ad avere grandissima influenza su Mark ed a essere colui che ha dato il nome definitivo al sociale network (in origine era "thefacebook"), riesce ad entrare stabilmente nell'assetto societario, forte dell'esperienza maturata con Napster, anche se anche lui verrà esautorato da Mark all'indomani di una retata durante una festa a base di belle ragazze, alcool e cocaina, durante la quale il fondatore del primo sito dedicato allo sharing libero della musica verrà arrestato.

Ottime le interpretazioni di tutti i protagonisti. Da segnalare, oltre a Jesse Eisenberg,  anche le interpretazioni di Andrew Garfield (Eduardo), Justin Timberlake e di Armie Hammer nei panni doppi dei gemelli Winklevoss.  Non riuscendo a trovare gemelli adatti per il ruolo, il regista ha infatti optato per l'utilizzo della computer grafica per tutte quelle scene in cui entrambi i gemelli apparivano sulle scene.

giudizio complessivo: @@@@@1/2

Film adatto ai bambini anche se durante la proiezione vengono trattati temi come sesso, alcool e droga. 

Di seguito è enunciata parte della trama ( il trailer è già stato pubblicato qui)
Il film si apre con una discussione all'interno di un pub fra il giovane Mark Zuckerberg, studente del secondo anno della prestigiosa Harvard, e la propria fidanzata Erica Albright. Dopo un'accesa diatriba durante la quale -involontariamente - Mark sottolinea le differenze fra la propria carriera universitaria e quella della ragazza - studentessa alla Boston University e non in una delle principali e prestigiose università elitarie americane - questa lascia il giovane programmatore.  Tornato al campus, fra una birra e l'altra, fra un commento piccato ed un'offesa lanciata via blog alla ex fidanzata, Mark crea dal nulla un sito internet contenente quasi tutte le fotografie delle studentesse della prestigiosa università, il cui scopo è quello di confrontare due immagini per stabilire quale ragazza sia più "fica".  FaceMatch, questo è il nome del dominio, in due ore viene cliccato da oltre 22.000 persone, causando de facto il crash del server dell'ateneo americano, un'inchiesta interna da parte dell'università, l'odio da parte della metà femminile del corpo studentesco ed al contempo una fama enorme fra gli studenti appassionati di programmazione.  Contattato dai gemelli Cameron Winklevoss e Tyler Winklevoss, stereotipo del classico studente di Harvard intelligente, figlio di ottima famiglia ed ottimo canottiere,  e dal loro socio Divya Narendra, che propongono al giovane Mark di diventare loro programmatore per il progetto "HarvardConnection", sito esclusivo degli studenti di quell'ateneo attraverso i quali instaurare nuove relazioni,  a Zuckerberg si accende la classica lampadina ed inizia a lavorare a quello che diventerà in poche settimane il punto di riferimento degli studenti di Harvard prima, di quelli universitari dei principali atenei statunitensi poi, del mondo intero in un tempo davvero breve...  La narrazione dei fatti avviene durante le deposizioni di Zuckerberg e dei propri amici ed avversari durante i due principali processi che il creatore di facebook ha dovuto affrontare nel recente passato.

Questa recensione è stata pubblicata anche ne Il laboratorio napoletano di Fabrizio Reale

sabato 20 novembre 2010

Piovono polpette (2009): recensione del film d'animazione prodotto dalla Sony


Piovono polpette è un lungometraggio d'animazione prodotto dalla Sony Pictures uscito nelle sale cinematografiche italiane il 23 dicembre 2009 in 3D. 
Il film è palesemente una divertente parodia del genere catastrofico che tanto successo ha riscosso e riscuote ad Hollywood e dintorni, con citazioni più o meno esplicite a classici del genere da Indipendence Day a Twister, passando per Armageddon.
A differenza delle pellicole d'animazione prodotte dalla Disney Pixar, questo film è indirizzato sopratutto ad un pubblico giovane, mentre gli accompagnatori adulti possono divertirsi ad individuare le tante citazioni ai film di genere e riflettere su alcuni spunti incentrati in prevalenza sulla cattiva alimentazione di buona parte della popolazione statunitense.
Cloudy With a Chance of Meatballs, questo è il titolo originale di gran lunga più riuscito della traduzione italiana, è incentrato sulla storia del giovane Flint Lockwood, aspirante genio sin da bambino, il quale ha un laboratorio costruito al posto della più classica casa sull'albero, sotto certi aspetti simile a quello del piccolo protagonista de "il laboratorio di Dexter".  Geniale e maldestro, le invenzioni di Flint non sortiscono quasi mai gli effetti desiderati. Proprio quando sta per cedere alle insistenti richieste del padre di abbandonare i sogni di gloria per dedicarsi alla più realistica gestione dell'attività di famiglia, proprio quando i cittadini della piccola isola di Swallowmarina lo considerano un pasticcione e combina guai,  un ultimo progetto sfuggito al controllo e lanciato per errore in cielo darà a lui fama e gloria enormi.

Gli spunti su cui riflettere sono diversi, dalla crisi che attanaglia la cittadina di Swallormarina, tanto legata alla unica, grande fabbrica di sardine in scatola dal seguirne le infauste sorti fino a cercare di diventare un'attrazione turistica dedicata alla sardina con tanto di star locale (il bambino della pubblicità oramai cresciuto ed adulto che, parodisticamente riprendendo la pubblicità di un notissimo marchio di solari, ancora gira in mutandoni bianchi alle cerimonie) ad un certo modo di fare dei politici locali,  dal problema dell'obesità e dell'utilizzo incontrollato di alimenti altamente dannosi per l'organismo se presi in eccesso, a quello dello smaltimento dei rifiuti.

Il film d'animazione nel suo complesso è piacevole da vedere, anche non in 3D.  Nulla a che vedere con i film Pixar...

giudizio complessivo: @@@1/2

lunedì 15 novembre 2010

Il Torneo dei film: la prima sfida

Per quanti non conoscano questa bella iniziativa, è in pieno svolgimento il secondo torneo dei film organizzato da Gegio cui partecipano diversi blog cinefili.  Il torneo ha regole semplici ed immediate:  in un primo momento ciascun blogger / cinefilo propone una lista di film da inserire in nomination ed in un secondo ci si sfida fra siti e blog.  La prima sfida che riguarda il laboratorio di cinema è quella fra i film proposti dal sottoscritto e quelli di bailing
va sottolineato che ho provato a mettere in gara diverse pellicole napoletane, perchè il cinema di Totò e Troisi come quello proveniente dalla grande tradizione teatrale di Eduardo De Filippo o Eduardo Scarpetta va preservato e ricordato.  
In bocca al lupo e che vinca il cinema!  Clicca qui per votare le pellicole e qui per leggere le nomination

PS agli amici cinefili che vogliano partecipare, le iscrizioni sono sempre aperte.
 

Libero Mobile Award: laboratorio di cinema PRIMO nella sezione Cinema e Tv al termine della prima fase


Si è conclusa ieri la prima fase del concorso "Libero Mobile Award" dedicata a siti e blog che hanno una versione "mobile" del proprio sito.  laboratorio di cinema: recensioni ed altro ha conseguito l'inatteso di risultato di essere arrivato primo fra i blog e siti in concorso nella categoria "cinema e tv" con oltre 280 preferenze.  Doverosi sono i ringraziamenti a tutti gli amici o semplici lettori che hanno votato il laboratorio di cinema e - va scritto -  a quanti hanno permesso che anche il blog principale da me gestito (laboratorio napoletano) passasse alla seconda fase del concorso nella difficile sezione "persone/blogging" arrivando quarto con oltre 710 preferenze, risultando fra i primi venticinque siti/blog maggiormente votati in tutta la prima fase della competizione.

giovedì 11 novembre 2010

The social network: trailer del film di David Fincher con Jesse Eisenberg in uscita il 12 novembre 2010

Non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico. Portare al cinema il fenomeno culturale, mediatico e sociale del secondo millennio, facebook, è una sfida raccolta dal regista David Fincher, famoso per aver girato diversi film divenuti veri e propri cult ( Fight Club, Seven) ed essere stato responsabile degli effetti visivi di pellicole che hanno fatto epoca ( Il ritorno dello Jedi, Indiana Jones e il tempio Maledetto, La Storia Infinita).
The Social Network, in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 12 novembre 2010, racconta della genesi di facebook soffermandosi non poco sulle critiche e sui processi legali subiti dal fondatore Mark Zuckerberg, citato in giudizio per violazione del copyright ed accusato di aver rubato idee altrui da ex-amici e collaboratori.   Jesse Eisenberg (Adventureland) interpreta colui che sarebbe diventato in pochissimo tempo il più giovane miliardario americano.  Nel cast figurano anche Andrew Garfield, Justin Timberlake, Armie Hammer, Max Minghella, Brenda Song, Joseph Mazzello.

Ecco il trailer:

Noi credevamo: trailer del film di Mario Martone con Luigi LoCascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Anna Bonaiuto

Uscirà nelle sale cinematografiche italiane venerdì 12 novembre 2010 il nuovo film di Mario Martone, "Noi Credevamo", con Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi e Anna Bonaiuto.   Il regista ripercorre durante le quasi tre ore di proiezione (nella versione presentata a Venezia la durata era di oltre 200 minuti, in quella che arriva nelle sale di 170) i trent'anni che vanno dal 1830 al 1860 attraverso le storie e la crescita dei tre protagonisti principali, affrontando temi e problematiche del Risorgimento italiano e degli anni che portarono all'unità d'Italia. 
Da segnalare che sono diversi i volti noti del cinema italiano che si sono prestati a comparsate nei panni di personaggi storici: Giuseppe Mazzini (Toni Servillo), Francesco Crispi (Luca Zingaretti), Antonio Gallenga (Luca Barbareschi).
Non sarà però facile recarsi a vedere questo film in quanto è prevista  la distribuzione solo in 30 sale in tutta Italia.  Essendo la RAI coproduttore al 50% ed essendo i festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia vicini, fra qualche mese di sicuro avverrà il previsto passaggio in televisione in almeno due puntate.

mercoledì 10 novembre 2010

Una vita tranquilla: recensione e trama del film con Tony Servillo di Claudio Cupellini


Ricevo e volentieri pubblico la recensione del film di Tony Servillo "Una vita tranquilla" scritta da Daniela Persico per il suo blog "Incontrollabilmente Io".

"Una vita tranquilla" è il nuovo film di Tony Servillo per la regia di Claudio Cupellini.

Cupellini è un giovane regista dalla lunghissima gavetta - fatta di interessanti cortometraggi e partecipazioni ad importanti progetti corali -, emerso nella scorsa stagione cinematografica con "Lezioni di cioccolato", una pellicola leggera, ma molto apprezzata, con protagonisti Luca Argentero e Violante Placido, nominata ai David di Donatello.
In questo caso, Cupellini cambia registro e notevolmente: abbandonate le dinamiche ed i colori da commedia sentimentale, si cala in un torbido noir, probabilmente guidato da un magistrale Tony Servillo che nella propria assoluta - e in più direzioni declinabile - bravura è proprio in questo genere che trova la sua naturale sedes materiae.
E così il tranquillo, sereno, ma sotteraneamente inquieto Rosario di Germania, gestore di un piccolo albergo dall'ottimo ristorante, riecheggia da vicino l'enigmatico e molto più inquietante commercialista Titta, uno dei personaggi più riusciti di sempre portati da Servillo sul grande schermo,  nato dal più che fortunato incontro (più volte celebrato) tra l'attore e il grandissimo Paolo Sorrentino.
Ecco, diciamolo subito: il limite più grande di "Una vita tranquilla", per chi avesse visto ed amato, direi perfino venerato, "Le conseguenze dell'amore" - la meravigliosa pellicola a regia e sceneggiatura di Sorrentino - sarà quello di rinvenirvi, eventualmente, una sorta di editio minor.
Anche se, a ben ponderare, questa censura è un po' ingenerosa.
Gli spazi di azione, in un senso quasi meta-aristotelico, del film di Cupellini sono più ampi, meno angusti: il suo successo si basa, infatti, oltre che sull'incredibile Servillo, anche sulla convincentissima interazione con il giovane Marco D'Amore, qui alla sua prima interpretazione di peso (dalla quale esce più che vincente), e, soprattutto, con il giovane ma espertissimo e direi peritus, nel più alto senso latino, Francesco Di Leva.

Quest'ultimo, interprete dall'enorme e considerevole formazione teatrale classica napoletana (avendo spaziato da Eduardo a De Simone) è forte di una lunga gavetta, sia cinematografica sia televisiva, e riesce qui a realizzare un personaggio schifoso, nel più schifoso dei modi.
Ma del resto, amare "Le conseguenze dell'amore" maggiormente che il film di Cupellini, discenderà, forse, più dalle tendenze naturali dello spettatore che da limiti o pregi insiti dell'una o dell'altra produzione.
Se escludiamo la regia, dove un primo e forse più febbrile Sorrentino è a mio giudizio (questa volta non sommesso, ma direi quasi oggettivo) insuperabile, le differenze stilistiche sono tutto sommato una questione di gusti personali: all'unità di azione e spazio (se non proprio anche di tempo) del primo film, si può preferirei la maggiore ariosità del secondo; alla sensazione di far il tifo per un buono - in un senso deviato, ma sempre di un buono -, si può preferire quella di patteggiare per un essere umano molto difettato e corrotto; ad una recitazione unicentrata - o pressoché -, si può preferire la forte presenza quantomeno di altri due contraltari, e che contraltari.
Quanto alla storia, come sempre in questi casi, rileva e non rileva, anche se è particolarmente potente, quasi lirica, anzi, più precisamente da tragedia greca.
Ecco un mio retaggio del liceo: il mio valevolissimo docente di greco e latino, il Professor Massimo Lo Jacono, ancora prima che diventasse, se vuoi, anche un po' di moda, ci invitava a rileggere i tristissimi e beceri fatti di camorra come un'avvilente trasposizione nel reale delle più dolorose tragedie greche; quelle della disgregazione comunità sociale, o del tessuto familiare, quelle che proponevano le ferite più insanabili per l'animo.
Con una sola fondamentale e fondante differenza: nella realtà mafiosa, manca del tutto il momento di catarsi, così come, volutamente, e molto acutamente, manca in "Una vita tranquilla".
Ultimissima chicca: in una colonna sonora molto "sul pezzo", spicca il tema principale che scorre lento e doloroso sui titoli di coda, interpretato dal sempre intenso Blixa Bargeld, cantante degli Einsturzende Neubaten (il favoloso gruppo tedesco che ho scoperto grazie ad un follower della prima ora del mio amato blog).
Insomma io questo film, gravemente ansiogeno, doloroso, senza ritorno, mi sento proprio di consigliarlo.



giudizio complessivo: @@@@@+

martedì 9 novembre 2010

Giù al nord (2008): recensione del film di Dany Boon con Kad Mérad


Giù al Nord, scritto e diretto da Dany Boon,  è stato film campione di incassi e numero spettatori del 2008 in Francia,diventando il secondo film più visto di sempre nelle sale cinematografiche d'oltralpe, superato solo  da Titanic.  Motivo del grande successo il modo con cui il bravo Dany Boon, sceneggiatore, regista e protagonista della pellicola, tratta il delicato tema degli stereotipi con cui la gente del Sud (la provenza e le regioni mediterranee) guarda quelli dell'estremo nord francese, quel Nord Pas de Calais al confine con il belgio i cui abitanti parlano un dialetto che mescola francese e fiammingo, risultando ben poco comprensibile ai francesi delle altre regioni. Il titolo originale del film (Bienvenue chez les Ch'tis)  fa infatti riferimento proprio al dialetto franco-fiammingo.  Nonostante la traduzione ed il doppiaggio in questo caso come in altri in cui si gioca con le differenze di idioma non sia stato semplice e non renda - probabilmente - quanto l'originale, anche in versione italiana questo film risulta piacevole, divertente e godibilissimo ed ha riscosso tanto successo dal convincere i produttori italiani a realizzare solo due anni dopo l'uscita nelle sale italiane un remake - Benvenuti al Sud - che da settimane  è protagonista del botteghino italiano. 

Ottimo Kad Mérad, eccezionale Dany Boon sia nelle vesti di protagonista che di sceneggiatore e regista: il suo personaggio è un anti eroe che, fra una gag ed una risata,  restituisce allo spettatore numerosi punti di riflessione sia sui limiti di certi preconcetti che su alcuni malesseri propri di chi vive in questo secolo.

Fra una risata e l'altra sono numerosi gli spunti di riflessione, le demolizioni degli stereotipi comuni, le scene romantiche e profonde.  Non c'è personaggio che non partecipi attivamente a creare nello spettatore l'immaginario di una realtà, quella dei piccoli paesi che si affacciano sul mare del nord, magica e reale allo stesso tempo, personaggi forti e temprati dall'antico lavoro nelle miniere, unici in quanto punto di incontro di culture e tradizioni profondamente differenti, romantici e scanzonati.   Chi ha visto Benvenuti al Sud e non l'originale resterà stupito nel notare che buona parte dei dialoghi e delle battute, oltre che all'intero canovaccio della trama, noterà che il film italiano ricalca in toto quello francese.

Giudizio complessivo: @@@@@

Il trailer è già stato pubblicato qui

lunedì 8 novembre 2010

Last Night: recensione e trama del film con Keira Knightley, Eva Mendes, Sam Worthington e Guillaume Canet


Last Night, presentato in anteprima durante l'ultimo festival del film di Roma, è una commedia diretta dalla quasi esordiente Massy Tadjedin, che può contare su un cast di star di Hollywood del calibro di Keira Knightley, Eva Mendes, Sam Worthington (è il Jake Sully di Avatar) cui si aggiunge il bravo attore francese Guillaume Canet.  La regista iraniano-americana è brava ad introdurre la storia d'amore dei due protagonisti Joanna (Keira Knightley) e Michael Reed (Sam Worthington), fra sguardi, parole e silenzi, durante una corsa in un taxi giallo attraverso una New York piovosa e con un dolce sottofondo musicale. 
Ogni persona ha un passato con cui fare i conti, ogni rapporto di coppia per quanto splendido ed unico all'apparenza è sottoposto periodicamente ad eventi o presenze fortemente destabilizzanti che possono rapidamente portare alla crisi come risolversi in un nulla di fatto.  La regista in poco più di 90 minuti di proiezione si sofferma molto - per alcuni anche troppo -  su una sola, lunga, notte, durante la quale Joanna e Michael dovranno affrontare fantasmi e tentazioni, mettere in gioco sè stessi ed il proprio matrimonio, scegliere fra il tradimento e la fedeltà, fra l'amore e la passione di una notte, fra il presente ed il passato, in un susseguirsi di dialoghi spesso interrotti, scene provocanti, risate e pianti.

Se nei pochi minuti iniziali la Tadjedin (esordiente come regista ma che può vantare alcune scritture come sceneggiatrice) riesce a fornire allo spettatore un completo profilo sui propri personaggi principali, la tenera coppietta di trentenni sposata da oltre tre anni e insieme sin dai tempi del college, tranne che in un breve periodo, la cui intesa si basa anche sulle mezze parole, gli sguardi, i gesti, come in tutte le coppie  funzionanti ed oliate alla perfezione,  è necessaria oltre un'ora per analizzare i due al di fuori del matrimonio, in una notte che passeranno Joanna con il romantico ex spuntato dal nulla a New York da Parigi e Michael con la bella, sensuale, procace ed ammiccante Laura, collega di lavoro e perturbante presenza nella sua vita di fedele marito.

Se il pregio di questo film consiste nella gestione dei primi piani, dei dialoghi a bassa voce e nell'analisi dei personaggi,   alla lunga stancano i tanti minuti spesi per descrivere le tentazioni cui i due sono sottoposti.
In particolare le scene incentrate su Michael e Laura sono ridondanti e lunghe, in alcuni casi noiose, in altri inverosimili.  Più piacevole da seguire il filone narrativo riguardante Joanna e Alex, con personaggi comprimari, passaggi di scena, simpatici inconvenienti ed un maggiore approfondimento psicologico.  La sensazione, al di là del finale che ha lasciato di stucco più di uno spettatore, è che la pellicola perda qualità durante lo svolgimento e che quello che sembra un buon film all'inizio tenda a diventare qualcosa di normale e già visto alla fine.
La sensazione è che i minuti spesi per approfondire psicologicamente e descrittivamente i quattro protagonisti alla fine servano per risolvere il tutto nel più classico dei confronti sessisti sul tipo di tentazioni e tradimenti:  sarà poi vero che tentazioni e tradimenti dell'uomo riguardano esclusivamente la carne e mai lo spirito mentre per quanto riguarda le donne è possibile che questi siano sempre ed indissolubilmente legati a sentimenti, emozioni, amori mai completamente dimenticati e sopiti?  Sicuramente non è così ma è il senso che sembra dare la regista.
Nel suo complesso è un film che si può vedere, grazie anche al buon cast.

Di caratura superiore Keira Knightley e Guillaume Cane rispetto ad Eva Mendes e Sam Worthington.   Se infatti è l'attore francese a risultare il più apprezzato e l'ex piratessa dei Caraibi fornisce un'ulteriore interpretazione più che buona, nonostante qualche smorfia di troppo,  continua a stupire in negativo l'assenza di mimica e gestualità, a parte le scene più provocanti ed ammiccanti, di Eva Mendes, confinata nuovamente e forse giustamente in un ruolo del tutto secondario, con pochissime battute se confrontate con i minuti in cui è presente sulla scena.  Va segnalata l'enorme differenza fra le due donne protagoniste in termini di aspetto fisico: prorompente e procace la Mendes ,  eterea e magrissima (fin troppo) la Knightley.
Nel cast figura anche Griffin Dunne, ottimo nell'interpretare il ruolo dell'editore amico di Alex.

Va segnalato che la post produzione di questo film, iniziato a girare nel 2008,  è stata bloccata per oltre un anno a causa del fallimento della Miramax. 

Giudizio complessivo @@@


Di seguito è descritta parte della trama del film ( il trailer è già stato pubblicato qui)

Joanna e Michael Reed sono due giovani trentenni sposati oramai da oltre tre anni.  Conosciutisi ai tempi del college, vivono a New York, hanno una bella cucina e sono molto affiatati.  Lei è scrittrice free lance per una rivista di moda, anche se ha all'attivo un romanzo pubblicato ma che non ha avuto grande fortuna in termini di vendite. La vita coniugale procede a gonfie vele fino a quando Jo scopre ad una festa organizzata dall'azienda di Michale che la nuova collega del marito non è una tipa normale ma una bella, giovane, sensuale Eva Mendes e che fra i due c'è un certo feeling evidente. Dopo un litigio e dopo una notte passata in bianco i due si saluteranno per vivere una nuova giornata, in città la prima, alle prese con l'articolo da terminare, a Philadelphia il secondo per concludere un affare, insieme all'amico e collega Andy (Daniel Eric Gold) ed alla bella Laura.  Di buona ora, dopo la partenza del marito,  Joanna incontrerà al bar sotto casa Alex, fiamma di un tempo lontano, di quando lei si era allontanata per un breve periodo da Michael, scrittore di successo in Francia.  Mentre Michael passerà la serata insieme a Laura, fra cene e bar, tentando di resistere alle esplicite avances di costei,  Joanna trascorrerà l'intera notte con Alex, ricordando i tempi passati a Parigi.   Fra tante tentazioni, qualcuno alla fine tradirà? Chi?

Come al solito, la recensione verrà pubblicata anche qui.

giovedì 4 novembre 2010

Last Night: trailer del film con Keira Knightley, Eva Mendes, Sam Worthington e Guillaume Canet,

Uscirà domani 5 novembre 2010 nelle sale cinematografiche italiane Last Night della giovane (è del 1978) regista esordiente americano-iraniana Massy Tadjedin.  Il cast di questa commedia sentimentale è notevole e concepito in modo da attrarre un target di pubblico adulto ma non troppo, dato che le protagoniste femminili sono Keira Knightley ed Eva Mendes e quelli maschili Sam Worthington (è il Jake Sully di Avatar) e Guillaume Canet, attore francese con alle spalle oltre 20 pellicole e compagno di vita di Marion Cotillard.
Joanna (Keira Knightley) e Michael Reed (Sam Worthington) sono felicemente sposati ma durante un viaggio di lavoro di lui entrambi subiranno forti tentazioni a causa della presenza della fascinosa assistente di lui (Eva Mendes) e dell'arrivo inaspettato dell'ex di lei. 

per la recensione del film vai qui

mercoledì 3 novembre 2010

TOP BLOG cinema novembre 2010: la classifica wikio.it dei principali blog di cinema italiani

Pubblico in anteprima esclusiva, come oramai è consuetudine da diversi mesi,la classifica mensile dei migliori blog di cinema stilata da wikio.it. La "top blog cinema" di questo mese vede invariate le prime posizioni.   A valle della top 20 troverete un interessante spiegazione sul funzionamento del wikio score (più correttamente il twikio score), in modo tale da meglio comprendere come questa classifica viene generata mensilmente attraverso un algoritmo che tiene conto da una parte dei backlinks, dall'altra dei retweet  e del numero di voti ricevuti su wikio.
Come al solito, questa classifica verrà pubblicata anche nel mio blog dedicato a Napoli.
Ecco la classifica dei migliori blog di cinema di novembre 2010:

1cineblog
2Il Cinemaniaco
3CineTivù
4Best Movie
5Cinefestival
6www.vivacinema.it
7CineZapping
8Attenti al Cine
9Memorie di un giovane cinefilo
10Friday Prejudice
11Le recensioni di robydick
12Laboratorio di cinema: recensioni ed altro
13Cinema
14Eyes Wide Ciak!
15...ma sono vivo e non ho più paura!
16Book and Negative
17Al Cinema
18www.iocinemablog.it
19Maxso Film
20Future Film Festival

Note sulla generazione della classifica tematica

Le classifiche Wikio per ogni area tematica vengono calcolate in base ad un algoritmo studiato ad hoc per rendere, almeno sulla base del ragionamento tecnico/scientifico, un risultato valido e meritocratico.
Ovviamente la perfetta equità nel giudizio resta una chimera, ma noi ce la mettiamo tutta per raggiungerla! Infatti a partire dal mese di ottobre in Italia abbiamo iniziato ad utilizzare il nuovo algoritmo Twikio, il quale prende in considerazione:

1. il numero di backlinks ricevuti (ovvero altri blog che vi citano), ognuno dei quali ha un proprio punteggio che varia in base al Page Rank del blog che vi linka, ed ha una valutazione decrescente nel tempo (per limitare lo scambio di link per convenienza)
2. il numero di retweet (avere un bottone al termine di ogni post che lo permette è F O N D A M E N T A L E);
3. il numero di voti ricevuti su Wikio.

Il numero di visite, followers e commenti non viene preso in considerazione, in quanto ritenuti dati non abbastanza rappresentativi, ma stiamo lavorando per inserire anche gli "I like" provenienti da Facebook.
Molti blogger contestano i nostri criteri, alcuni criticano la mancanza di un occhio di riguardo per i contenuti, ma riteniamo che un approccio prettamente razionale sia il meglio che possiamo offrire per rendere un buon servizio ai nostri utenti.
Il nostro intento infatti non è stabilire quale blog sia il "migliore", ma intendiamo offrire agli internauti la Top 20 dei blog di tale categoria che in un dato mese ha pubblicato i post più interessanti, le notizie che dobbiamo assolutamente sapere, ecc...

martedì 2 novembre 2010

La scuola della violenza (1967): recensione del film con Sidney Poitier


To sir, with love (La scuola della violenza) è uno dei precursori dei cosiddetti "teacher drama" basati sul leit-motiv del docente "buono", moralista e motivatore che trasforma in poco tempo ragazzi difficili, provenienti in genere dalla periferia degradata. Strettamente legato per tematiche a Blackboard jungle (il seme della violenza) del 1955, in questo caso il grande Sidney Poitier lascia i panni del violento ragazzo sbandato per salire in cattedra ed interpretare il ruolo insolito di un ingegnere senza lavoro che decide di diventare docente per un anno in una scuola di frontiera della periferia londinese di fine anni '60, persona di cultura di colore in mezzo a ragazzi difficili e spesso semi-analfabeti bianchi.
Il sapore di "già visto" non deve trarre in inganno in quanto nella realtà sono tanti, tantissimi i film che si sono ispirati più o meno direttamente a questa pellicola ad avere tale sapore. 
Pur entro certi limiti, questa discreta pellicola fu innovativa in quanto trattava da un punto di vista del tutto originale il rapporto fra un docente idealista e moralista, conservatore nei modi e negli usi ed allo stesso tempo innovatore nel porsi dinanzi ai discenti, unico nero in un quartiere di bianchi, unico vestito british in un contesto già fortemente influenzato dalle correnti che avrebbero portato alle contestazioni del 1968. 
Emblematica in tal senso la frase con cui fu pubblicizzato il film, riportata anche sulle locandine del tempo:  A story as fresh as the girls in their miniskirts and as cool as their teacher. 
Il Mark Thackeray interpretato da Sidney Poitier deve al contempo vincere la reticenza dei propri colleghi ed il menefreghismo dei propri alunni,  le classiche infatuazioni di una giovane studentessa per il proprio insegnante,  il razzismo ancora imperante in una certa Inghilterra degli anni '60, le difficoltà, le paure ed i sogni di una generazione allo sbando, piena di buoni propositi ma del tutto incompresa dai propri genitori.  Per essere un film uscito prima del 1968 non è poco.

Il film è ricordato sopratutto per la colonna sonora, in quanto "To sir, with love" incisa da Lulu raggiunse la testa delle classifiche inglesi nel 1967 e raggiunse la testa della prestigiosa Billboard Hot 100, mantenendola per cinque settimane, fino ad essere indicato come miglior disco singolo pop del 1967. Lulu figurava inoltre nel cast, interpretando una delle alunne della classe.

giudizio complessivo: @@@1/2

Di seguito è riportato uno spezzone del film con la canzone di Lulu.

lunedì 1 novembre 2010

Maschi contro femmine: recensione e trama del film di Fausto Brizzi con Claudio Bisio, Fabio De Luigi e tanti altri


Uscito nelle sale cinematografiche italiane il 27 ottobre, Maschi contro femmine, insieme a Femmine contro maschi, secondo episodio già programmato per il prossimo San Valentino, rappresenta l'ultima fatica come sceneggiatore e regista di Fausto Brizzi, reduce dai successi delle sue prime tre pellicole (Ex e Notte prima degli esami 1 e 2). Maschi contro femmine rientra nel canonico filone della commedia corale all'italiana, prossima più ad alcune pellicole degli anni '70 e '80 che ai cinepanettoni o ai film di Boldi degli ultimi anni., nonostante lo stesso Brizzi sia stato più volte fra i co-sceneggiatori dei film diretti da Neri Parenti.  Se la necessità di dare spazio all'ampissimo cast ha prodotto una duplicazione della pellicola e crea anche solo in Maschi contro Femmine alcuni vuoti nella trama ed inutili lungaggini, va scritto che questa commedia leggera e senza pretese piace al pubblico e sono diverse le interpretazioni che convincono e superano non solo la solita mediocrità che tende a pervadere un certo tipo di pellicola ma anche la sufficienza piena.

In maschi contro femmine sono quattro le storie che in più di un'occasione si intrecciano e si sovrappongono, sopratutto dal lato “maschile”, dato che fra una partita a risiko ed una a trivial pursuit (con i marchi delle rispettive aziende produttrici bene in evidenza ovviamente) i protagonisti maschi tendono a confrontarsi ed a raccontare le proprie esperienze, fra battute e commenti tipici di un certo cameratismo sessista italico.  Le donne, maltrattate, usate come oggetto, tradite e comunque innamorate, nel confronto/scontro con i propri alter ego escono trionfatrici, in quanto il regista tende a sottolineare come sappiano reagire all'avanzare dell'età e ai problemi e come siano in grado di perdonare in nome dell'unità familiare e dell'amore.  Fra giovani e meno giovani, sono i primi a sfigurare ed a dare un quadro di sè eccessivo ed al contempo vuoto.  Dei diversi filoni narrativi, quello che sembra inutile e che non convince è proprio il triangolo etero-lesbo fra Andrea (Nicolas Vaporidis), Marta (Chiara Francini) e  la bella  e sensuale Francesca (Sarah Felberbaum), con quest'ultima oggetto del contendere fra i due giovani amici. 

La coralità dell'opera è del resto al contempo il punto di forza e la debolezza principale del film, dato che alcune storie avrebbero meritato maggiore spazio ed altre in realtà non aggiungono nulla al film ingolfandone la trama.

Piacevole e bravo come ultimamente capita spesso Fabio de Luigi, che insieme a Giorgia Wurth e a Lucia Ocone confeziona quello che è il miglior episodio sia per trama che per qualità di realizzazione. Brava ma un po' limitata dal ruolo Paola Cortellesi, affiancata da un Alessandro Preziosi che non convince mai pienamente nel ruolo di grande amatore un po' feticista (colleziona slip e tanga delle tantissime amanti) che, per aver ricevuto un rifiuto in amore, si ritrova impotente per un blocco psicologico.

Discrete le interpretazioni di Francesco Pannofino e Giuseppe Cederna. Da rivedere, per le motivazioni sopra espresse, i giovani del gruppo fra cui Nicolas Vaporidis e Paolo Ruffino.

Nel cast figurano anche Nancy Brilli in un ruolo alquanto autoironico, Luciana Littizzetto, Claudio Bisio e Emilio Solfrizzi che dovrebbero trovare maggiore spazio nel secondo episodio. Nell'episodio ambientato nel mondo del volley sono diversi i cameo di giocatrici famose quali Maurizia Cacciatori (che compare come telecronista ) ed Francesca Piccinini.

Giudizio complessivo: @@@
Il trailer è stato precedentemente pubblicato qui.

Il film non è adatto ai bambini per la presenza diverse scene di nudo e di sesso.

Di seguito è svelata parte della trama.
Marcello, Renato, Piero, Diego e Walter sono soliti incontrarsi per lunghe partite a Risiko o Trivial Pursuit durante le quali discutono delle proprie esperienze coniugali ed extra coniugali.
Walter, allenatore di pallavolo di una squadra di serie A femminile, è da poco diventato padre, non ha un rapporto con la moglie Monica da oltre dieci mesi ed è corteggiato assiduamente dalla bella capitano della squadra. Diego è un amatore incallito ed ama collezionare gli slip delle centinaia di amanti avute, con l'intento di "coprire" l'intero mappamondo. Piero e Marcello guardano dall'esterno le vicende degli amici, essendo già separati da tempo.  Renato è innamorato da anni di una propria collega ma non trova mai il coraggio per farsi avanti.

Questa recensione verrà pubblicata anche ne il laboratorio napoletano.

nota bene

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