domenica 23 maggio 2010

Green zone: recensione, trailer e trama del film con Matt Damon

In Green zone, uscito nelle sale americane il 12 marzo 2010 ed in quelle italiane il 9 Aprile, il regista Paul Greengrass dirige nuovamente Matt Damon, dopo i successi planetari degli ultimi due episodi della saga dell'agente Bourne.   Il film è ambientato in Iraq, nelle prime settimane della seconda guerra del golfo, ed ha come sfondo la ricerca delle famigerate armi di distruzione di massa, sulla cui presenza gli States erano tanto certi da motivare con questa argomentazione l'invasione dello Stato governato dal dittatore Saddam Hussein.   Greengrass, con una regia che segue concitatamente ogni azione bellica, grazie ad un sapiente utilizzo della telecamera a mano,  ma che si sofferma  in realtà solo su quanto accade nei palazzi di governo, affronta la guerra in Iraq con l'occhio di chi vuole sottolineare la differenza fra chi comanda dal quartier generale ed è sempre attento ai secondi e terzi fini, oltre che a "coltivare" in maniera adeguata l'opinione pubblica attraverso i media,  e chi, effettivamente sul campo, si trova ad affrontare, rischiando la vita propria e dei propri uomini, le difficoltà di una guerra. Emblematica, in tal senso, una scena in piena "green zone", la zona verde protetta e sicura corrispondente al quartiere dei palazzi di governo, con ufficiali, giornalisti e politici intenti a sorseggiare drink alcoolici su lettini e sdraio o in piscina.
La ricerca della verità per dare un senso ad una guerra ed a migliaia di vittime, l'amore per il proprio paese e la convinzione di essere in Iraq per salvare vite ancor prima che per motivi prettamente politici, porteranno il soldato Miller a scelte difficili e coraggiose, a scegliere la parte 'sbagliata', ovvero quella parte dell'opinione pubblica americana convinta che solo con l'aiuto degli Iracheni sarebbe stato possibile ricostruire l'Iraq, a cercare la trattativa con il nemico ancor prima che sparare, a svelare gli assurdi complotti e le verità negate da parte dell' Intelligence per coprire errori di valutazione enormi.
Il messaggio finale è nella bocca dell'informatore di Miller, un cittadino di Bagdad che alla propria patria ha già donato una gamba nella guerra con l'Iran,  che aiuta gli americani perchè convinto di poter aiutare il proprio popolo: il futuro dell'Iraq è esclusivamente nelle mani degli iracheni.
Come scritto anche in altri blog cinefili, la forza di questo film è un sapiente mix di realtà e finzione, un thriller che è anche action movie e che sposa alcune tesi complottistiche, prendendo spunto dal successo editoriale "Imperial Life in the Emerald City: Inside Iraq's Green Zone" di Rajiv Chandrasekaran. Come spesso accaduto nel recente passato, la tematica affrontata, che fa sorgere più di un dubbio sulla validità dei militari americani, una cui parte è decritta come menzognera e violenta, è risultata alquanto ostica al pubblico americano, che ha parzialmente disertato le sale cinematografiche, perdendo la visione di un film bello e godibile, ben sceneggiato e diretto.  Il film in USA ha infatti incassato poco più di 33 milioni di dollari.

Di seguito è svelata parte della trama.
Il protagonista, Roy Miller/Matt Damon, è un ufficiale dell'esercito americano la cui squadra è incaricata di cercare i luoghi in cui si suppone siano conservate o realizzate armi di distruzione di massa, armi chimiche o batteriologiche, sulla base di indicazioni fornite dall'intelligence. Negli uffici di comando si scontrano le direttive del capo dell'ufficio CIA a Bagdad, Martin Brown, interpretato da Brendan Gleeson (volto noto per un paio di partecipazioni nella saga di Harry Potter)  e quelle del responsabile delle operazioni Clark Ploundstone, interpretato da Greg Kinnear. Se il primo insiste affinchè venga favorita la nascita di uno stato iracheno cui possano partecipare anche personaggi di spicco della precedente amministrazione, il secondo è per la creazione di un apparato di governo che di fatto faccia a meno dei sunniti a favore di curdi e sciiti, proponendo di mettere a capo dello stato un ex profugo americanizzato da decenni. In questo scenario si svolge l'azione delle pattuglie incaricate di cercare armi pericolose. Soldato valido ed idealista,  Miller non riesce a comprendere come mai ogni soffiata riguardante le armi chimiche si rivela fasulla, come mai il comando sia tanto sicuro della fondatezza delle dichiarazioni fornite da un presunt informatore.  Con l'aiuto di un cittadino iracheno e di alcuni membri della propria squadra, appoggiato da Brown ed osteggiato da Ploundstone e dalla sua, violenta, unità speciale, Miller cercherà la verità, incappando nei tranelli della politica e scontrandosi con la cattiveria e le bugie di parte dell'apparato militare.  Il finale è da vero action movie e lascia ampiamente intendere da che parte sia il regista.



Buona, come sempre in questi casi, l'interpretazione di Matt Damon. Credibili nel ruolo sia Greg Kinnear che Brendan Gleeson, che risultano essere ottimi comprimari. Valida la prova, nel ruolo del cittadino iracheno che aiuta il protagonista, di Khalid Abdalla.

Giudizio sintetico: @@@@

Film non adatto ai bambini per le tematiche affrontate e le scene di guerra.

Film visto al Martos Metropolitan, sala 7. 

Il trailer:

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